Temperatura di conservazione degli alimenti

La catena del freddo è l’insieme delle attività a garanzia del corretto mantenimento della temperatura di conservazione degli alimenti deperibili, che necessitano una temperatura controllata.

Requisito definito durante l’identificazione dei prerequisiti per la sicurezza alimentare, per le organizzazioni che producono, stocchino, trasportino o commercializzano alimenti deperibili refrigerati, surgelati e congelati.

Temperatura di Conservazione degli Alimenti Gestione catena del Freddo

I requisiti obbligatori per la temperatura di conservazione degli alimenti sono definiti da vari regolamenti, come il Reg CE 852 ed Reg CE 853, L 400/88.

Talune materie prime, sottoprodotti e prodotti finiti. devono sottostare ad una precisa temperatura di conservazione.

La gestione della temperatura di conservazione ed il mantenimento della catena del freddo è necessario per prevenire la prolificazione di batteri patogeni che possono essere contenuti negli stessi alimenti e o nelle materie prime.

Il processo di gestione della temperatura di conservazione degli alimenti è indispensabile anche per rallentare la perdita delle caratteristiche organolettiche e di salubrità dell’alimento. Principi comuni per il rispetto dei requisiti obbligatori per la sicurezza alimentare sia in ambito Haccp sia Harpc.

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Catena del freddo: perché è importante?

Ma che cosa è la catena del freddo? Facciamo un esempio: Un’azienda riceve delle carni con un trasporto refrigerato. Le stesse verranno stoccate in celle a temperatura controllata, e lavorate in laboratori, anch’essi refrigerati, per poi finire, se necessario, in dotazioni adibite al prodotto finito, refrigerate o negative.

Il monitoraggio della temperatura di conservazione degli alimenti, per il mantenimento della catena del freddo è un’azione di mitigazione per il rischio microbiologico fuoriuscita dalla definizione dei prerequisiti per la sicurezza alimentaree dalla valutazione ed analisi dei rischi. L’organizzazione dovrà definirne le risorse necessarie sia tecniche che umane che dovrebbero comprendere:

  • Individuazione e messa in opera di attrezzature per il mantenimento della temperatura di conservazione e catena del freddo per gli degli alimenti refrigerati, surgelati o congelati;
  • La definizione dei limiti di attenzione e critici che non devono essere superati dalla temperatura, richiesti dalle normative applicabili, e con l’aiuto dell’albero delle decisioni, definire questi punti come prerequisito, CCP, o preventive Control;
  • La dotazione di sistemi di monitoraggio della temperatura di conservazione degli alimenti, display, sonde, a controllo manuale e o elettronico;
  • La redazione di un piano di manutenzione di tali attrezzature, interno ed esterno, ed il comprensivo monitoraggio delle funzionalità della funzionalità delle porte, motori, scoli, ecc;
  • La definizione dei responsabili dei monitoraggi e delle azioni da effettuare in caso di deviazione;
  • La definizione di procedure per la gestione delle non conformità derivanti dalla perdita del rispetto della catena del freddo;
  • La formazione delle figure atte ai monitoraggi delle temperature, alla verifica della conformità, ed alle azioni correttive;
  • La redazione di un piano per le tarature delle strumentazioni necessarie al controlla ed al monitoraggio;
  • La definizione di attrezzature atte ad assicurare la business continuity in caso di emergenza, per esempio gruppi di continuità, allarmi, per il mantenimento della catena del freddo;
  • La gestione dei rifiuti in caso di merce con perdita della conformità;
  • La definizione di obiettivi ed indicatori sui requisiti;
  • L’inserimento del criterio negli audit interni e la valutazione della coerenza della procedura in sede di revisione del piano e o di riesame della direzione.

Temperatura di conservazione degli alimenti durante lo stoccaggio e trasporto

Il legislatore ha definito anche i limiti critici per il requisito della temperatura di conservazione degli alimenti deperibili nelle fasi di ricezione, trasporto, lavorazione come riportato dal Dipartimento di Prevenzione Sian. Di seguito la tabella dei limiti:

ProdottoTemperatura massima durante il trasporto (°C)Rialzo termico tollerabile per periodi di breve durata oppure temperatura massima tollerabile nella distribuzione frazionataNormativa di riferimento
Latte crudo di tutte le specie da immettere in lavorazioneMantenimento della catena del freddo e temperatura non superiore a 10°C all’arrivo a destinazione Reg. CE 853/04 All. III, Sez. IX, Cap. 1
Latte pastorizzato, in confezioni+4MAX+9Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n. 178)
Yogurt e altri latti fermentati, in confezioni+4MAX+14Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n. 178)
Panna o crema di latte pastorizzata, in confezioni+4MAX+9Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n. 178)
Ricotta+4MAX+9Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n. 178)
Burro prodotto con crema di latte pastorizzata+4MAX+14Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n. 178)
Temperatura di conservazione formaggi freschi prodotti con latte pastorizzato+4MAX+14Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n. 178)
Burro e burro concentrato (anidro)+6 Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n. 178)
Burro anidro liquidosuperiore a +32 Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n. 178)
Carni fresche bovine (comprese le specie Bubalus e Bison) – suine – ovicaprine – equine+7 Reg CE 853/04 All.III, Sez. I, Cap. VII
Pollame+4MAX+8Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n. 178)
Conigli+4MAX+8MAX+8Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n. 178)
Frattaglie+3MAX+8Reg CE 853/04 All.III, Sez. I, Cap. VII
Carni macinate+2 Reg CE 853/04 All.III, Sez. I, Cap. VII
Preparazioni di carni+4 Reg CE 853/04 All.III, Sez. I, Cap. VII
Carni separate meccanicamente+2 Reg CE 853/04 All.III, Sez. I, Cap. VII
Selvaggina+4MAX+8All. C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n.178)
Selvaggina allevata (cervidi, suidi)+7MAX+8Reg. CE 853/04 All. III Sez. XII Cap. II
Materie prime da avviare alla trasformazione per la produzione di grassi fusi di origine animale e ciccioli+7 Reg. CE 853/04 All. III, Sez. XII Cap. II
Molluschi eduli lamellibranchi in confezione compresi quelli sgusciati appartenenti al genere Chlamys (canestrelli) e Pecten (cappesante)+6 Allegato C Parte II DPR 327/80 (come sostituito con DM 01/04/88 n.178)
Molluschi bivalvi viviTemperatura che non pregiudichi la sicurezza alimentare e la loro vitalità Reg CE 853/04 All. III, Sez. VIII, Cap. VIII
Prodotti della pesca freschi, decongelati, prodotti di crostacei e molluschi cotti e refrigeratiTemperatura vicina a quella del ghiaccio in fusione Reg CE 853/04 All. III, Sez. VII, Cap. VIII
Grassi fusi di origine animale e ciccioli da avviare alla trasformazione+7 (tuttavia le materie prime possono essere trasportate senza refrigerazione attiva purché siano sottoposte a fusione entro 12 ore dal giorno in cui sono state ottenute) Reg. CE 853/04 All. III, Sex. XII, Cap.I
UovaTemperatura più adatta, preferibilmente costante, per garantire una conservazione ottimale delle loro caratteristiche igieniche Reg CE 853/04 All. III, Sez. X, Cap. I
Paste alimentari fresche da vendere sfuse+4+3Art. 9 DPR 187/01
Paste alimentari fresche preconfezionate+4+2Art. 9 DPR 187/01
Paste stabilizzateTemperatura ambiente (consigliato +18/20) Art. 9 DPR 187/01
Carni congelate-10+3Allegato  Parte I DPR 327/80
Carni macinate, preparazioni di carni, carni separate meccanicamente, congelate-18-18Reg. CE 853/04 All.III, Sez. V, Cap. III
Prodotti della pesca congelati-18 con eventuali brevi fluttuazioni verso l’alto di 3°C al massimo    Reg. CE 853/04 All. III, Sez. VIII, Cap. VIII
Gelati alla frutta e succhi di frutta congelati-10+3Allegato C Parte I DPR 327/80
Altri gelati-15+3Allegato C Parte I DPR 327/80
Burro o altre sostanze grasse congelate-10+3Allegato C Parte I DPR 327/80
Pesci interi congelati in salamoia destinati alla produzione di conserve-9 Reg. CE 853/04 All. III, Sez. VIII, Cap. VII
Frattaglie, uova sgusciate, pollame e selvaggina congelata-10+3Allegato C Parte I DPR 327/80
Altre sostanze alimentari congelate-10+3Allegato C Parte I DPR 327/80
Altre sostanze alimentari surgelate-18+3Allegato C Parte I DPR 327/80
Art. 4 D. lgs 110/92
Gelatina e collagene (materie prime da avviare alla trasformazione escluse pelli salate o trattate o essiccate ed ossa sgrassate o essiccate)Stato refrigerato o congelato (salvo se vengono lavorate entro 24 ore dalla partenza) Reg. CE 853/04 All. III Sez. XIV e XV

Temperatura conservazione alimenti refrigerati stoccaggio e commercio al dettaglio

Di seguito la tabella inerente alla temperatura di conservazione degli alimenti per il mantenimento della catena del freddo nelle fasi di stoccaggio, esposizione e vendita:

Magazzinaggio (*)
Esposizione e conservazione nel commercio al dettaglio (**)

AlimentoTemperatura °CNormativa di riferimento
Bibite a base di latte non sterilizzato+4Art. 31 DPR 327/80
Yogurt nei vari tipi+4Art. 31 DPR 327/80
Paste alimentari fresche preconfezionate+4 con tolleranza di +2Art. 9 DPR 187/01
Paste alimentari fresche da vendere sfuse+4 con tolleranza di +2Art. 9 DPR 187/01
Paste stabilizzateTemperatura ambiente (consigliato +18/20)Art. 9 DPR 187/01
Latte crudo e colostro di tutte le specie animali+6 (deroga se la trasformazione del latte ha inizio immediatamente dopo la mungitura o entro 4 ore dall’accettazione presso lo stabilimento di trasformazione oppure se l’autorità competente autorizza una temperatura superiore per ragioni tecnologiche connesse alla fabbricazione di taluni prodotti lattiero caseari o di taluni prodotti ottenuti dal colostro)Reg. CE 853/04 All. III, Sez. IX, Cap. II
Prodotti di gastronomia con copertura di gelatina alimentare+4Art. 31 DPR 327/80
Alimenti deperibili con copertura, o farciti con panna e crema a base di uova e latte (crema pasticcera)+4Art. 31 DPR 327/80
Alimenti deperibili cotti da consumare freddi (arrosti, roast-beef, ecc)+10Art. 31 DPR 327/80
Carni fresche (bovine-suine-ovicaprine-equine)+7Reg. CE 853/04 All. III, Sez. II, Cap. VII
Pollame, coniglio, lepre, roditori+4Reg. CE 853/04 All. III, Sez. II, Cap. V
Frattaglie e stomaci, vesciche e intestini trattati (non salati o essiccati)+3Reg. CE 853/04 All. III, Sez. XIII
Carni macinate e carni separate meccanicamente+2Reg. CE 853/04 All. III, Sez. V, Cap. III
Preparazioni a base di carne+4Reg. CE 853/04 All. III, Sez. II, Cap. VII
Selvaggina selvatica piccola+4Reg. CE 853/04 All. III, Sez. IV, Cap. III
Selvaggina grossa+7Reg. CE 853/04 All. III, Sez. IV, Cap. II
Selvaggina allevata (ratiti: struzzi, emù)+3Reg. CE 853/04 All. III, Sez. III
Selvaggina allevata (cervidi, suidi)+7Reg. CE 853/04 All. III, Sez. III
Molluschi bivalvi viviTemperatura che non pregiudichi la sicurezza alimentare e la loro vitalitàReg. CE 853/04 All. III, Sez. VII, Cap. VIII
Prodotti della pesca freschi, decongelati e prodotti di crostacei e molluschi cotti e refrigeratiTemperatura vicina a quella del ghiaccio in fusioneReg. CE 853/04 All. II, Sez. VIII, Cap. VII
Prodotti della pesca che vanno consumati crudi o praticamente crudiTemperatura vicina a quella del ghiaccio in fusione, dopo essere stati congelati a una temperatura non superiore a -20°C in ogni parte della massa per almeno 24 oreReg. CE 853/04 All. III, Sez. VIII. Cap. VII
Prodotti della pesca mantenuti viviTemperatura e condizioni che non pregiudichino la sicurezza alimentare o la loro vitalitàReg. CE 853 All. III, Sez. VIII, Cap. VII
UovaTemperatura più adatta, preferibilmente costante, per garantire una conservazione ottimale delle loro caratteristiche igienicheReg. CE 853/04 All. III, Sez. X, Cap. I
Uova liquide+4 (se la trasformazione non viene effettuata immediatamente dopo la rottura, le uova liquide devono essere conservate congelate o a una temperatura non superiore a +4; il periodo di conservazione a +4 prima della trasformazione non deve superare le 48 ore; tuttavia questi requisiti non si applicano ai prodotti destinati a essere privati degli zuccheri, purché tale processo sia eseguito al più presto)Reg. CE 853/04 All. III, Sez. X, Cap. II
Ovoprodotti+4 (i prodotti che non siano stati stabilizzati per la conservazione a temperatura ambiente devono essere raffreddati a una temperatura non superiore a +4°C; i prodotti da congelare debbono essere congelati immediatamente dopo la trasformazione)Reg CE 853/04 All. III, Sez. X, Cap. II
Cosce di rana e lumacheTemperatura vicina a quella del ghiaccio fondenteReg. CE 853/04 All. III Sez. XI
Grassi fusi di origine animale e ciccioli da avviare alla trasformazione+7 (tuttavia le materia prime possono essere immagazzinate senza refrigerazione attiva purché siano sottoposte a fusione entro 12 ore dal giorno in cui sono state ottenute)Reg. CE 853/04 All. III, Sez. XII, Cap. I
Ciccioli+7 (per un periodo max di 24 ore se fusi a una temperatura > a 70°C e se hanno tenore di umidità pari o del 10%)Reg. CE 853/04 All.III, Sez. XII. Cap. II
Gelatina e collagene (materie prime da avviare alla trasformazione escluse pelli salate o trattate o essiccate e ossa sgrassate o essiccate)Stato refrigerato o congelato (salvo se vengono lavorate entro 24 ore dalla partenza)Reg. CE 853/04 All. III, Sez. XIV e XV

(*) se nella colonna “normativa di riferimento” è indicato Reg. CE 853/04 si intende lo stoccaggio presso gli stabilimenti riconosciuti ai sensi dello stesso Regolamento

(**) il Reg. CE 853/04 non si applica al commercio al dettaglio salvo quando le operazioni sono effettuate allo scopo di fornire alimenti di origine animale ad altri stabilimenti. Tuttavia i requisiti specifici di temperatura previsti nell’allegato III delle stesso Regolamento, si applicano al commercio al dettaglio quando le operazioni si limitano al magazzinaggio e al trasporto.

Pertanto, per alcuni alimenti di origine animale, nelle fasi di conservazione ed esposizione in vendita al dettaglio, vengono ritenute vigenti, “in via analogica”, le temperature previste dal Reg. CE 853/04. Solo nel caso dei molluschi bivalvi vivi il Reg. CE 853/04 dispone espressamente che la temperatura prevista di applichi anche alla vendita al dettaglio.

Temperatura di conservazione degli alimenti congelati e surgelati

Di seguito la tabella con la temperatura di conservazione dei surgelati nelle fasi di stoccaggio, esposizione in vendita e conservazione nel commercio al dettaglio:

Magazzinaggio (*)
Esposizione in vendita e conservazione nel commercio al dettaglio (**)

AlimentoTemperaturaNormativa di riferimento
Alimenti surgelati-18 (con fluttuazioni verso l’alto non superiori a 3°C)Art. 4 D.lgs 110/92
Prodotti della pesca congelati-18Reg. CE 853 All. III, Sez. VIII. Cap. VII
Carni macinate, preparazioni di carni, carni separate meccanicamente, congelate-18Reg. CE 853/04 All. III, Sez. V. Cap. III
Carni congelate (tutte le specie)-18Reg. CE 853/04 All. III
Pesci interi congelati in salamoia destinati alla fabbricazione di conserve-9Reg. CE 853/04 All. III, Sez. VIII, Cap. VII
Ciccioli congelati-18Reg. CE 853/04 All.III, Sez. XII, Cap. II

(*) Se nella colonna “normativa di riferimento” è indicato Reg. CE 853/04 si intende lo stoccaggio presso gli stabilimenti

Temperatura di conservazione degli alimenti minime per i cotti da conservare caldi:

AlimentoTemperatura °CNormativa di riferimento
Alimenti deperibili cotti da consumare caldi (piatti pronti, snacks, polli, ecc)da + 60 a + 65Art. 31 DPR 327/80

 (**) Il Reg. CE 853/04 non si applica al commercio al dettaglio salvo quando le operazioni sono effettuate allo scopo di fornire alimenti di origine animale ad altri stabilimenti. Tuttavia i requisiti specifici di temperatura previsti nell’allegato III delle stesso Regolamento , si applicano al commercio al dettaglio quando le operazioni si limitano al magazzinaggio e al trasporto.

Pertanto, per alcuni alimenti di origine animale, nelle fasi di conservazione ed esposizione in vendita al dettaglio, vengono ritenute vigenti, “in via analogica”, le temperature previste dal Reg. CE 853/04. Solo nel caso dei molluschi bivalvi vivi il Reg. CE 853/04 dispone espressamente che la temperatura prevista di applichi anche alla vendita al dettaglio.

Temperatura di conservazione degli alimenti venduti tramite distributori automatici o semiautomatici

AlimentoTemperatura °CNormativa di riferimento
Sostanze alimentari di facile deperibilità+4Art. 32 DPR 327/80
Sostanze alimentari surgelate-18Art. 32 DPR 327/80
Bevande e piatti caldida + 60 a + 65Art. 32 DPR 327/80

Temperatura di conservazione ortofrutta e alimenti di produzione primaria

AlimentoTemperatura °CNormativa di riferimento
Latte crudo di tutte le specie animali+8 raccolta giornaliera
+6 raccolta non giornaliera
(deroga se la trasformazione del latte avviene entro le due ore successive alla mungitura oppure per motivi tecnologici connessi alla fabbricazione di taluni prodotti lattiero-caseari è necessaria una temperatura più elevata e l’autorità competente concede l’autorizzazione)
Reg. CE 853/04 All. III, Sez. IX, Cap. I
Colostro di tutte le specie animali+8 raccolta giornaliera
+6 raccolta non giornaliera
Reg. CE 853/04 All. III, Sez. IX, Cap. I

Catena del freddo: il monitoraggio delle temperature di conservazione

Le principali attrezzature per il monitoraggio delle temperature di conservazione e mantenimento della catena del freddo possono essere riassunte:

  • Celle o dotazioni frigorifere refrigerate. In genere utilizzate per il mantenimento della temperatura che può variare dagli 0 gradi a + 6 gradi;
  • Celle o dotazioni frigorifere negative. Per lo stoccaggio degli alimenti surgelati con temperature minime di – 18 gradi;
  • Ambienti di lavorazione. Per l’effettuazione di specifiche lavorazioni e richiedono il mantenimento e monitoraggio delle temperature;
  • Attrezzature per i processi. Quando per determinati processi sia richiesta una gestione della catena del freddo per scopi tecnologici, o di processo.

Queste dotazioni sono in genere azioni di mitigazione richieste dalla valutazione dei rischi. A seconda del rischio valutato dall’organizzazione possono essere definiti CCP, PRP o PROo.

Essendo dei punti di controllo e di monitoraggio delle temperature di conservazione, l’organizzazione dovrà definire una procedura per il monitoraggio delle temperature con le modalità di registrazione, per dare evidenza del rispetto della catena del freddo.

Queste dotazioni, potranno adottare sistemi di monitoraggio delle temperature di conservazione classici, visivi, o adottare un sistema di monitoraggio elettronico con annessi allarmi ed archiviazione dei dati.

Il mantenimento della catena del freddo assicura la conformità, la non prolificazione e ri prolificazione di microrganismi che possono risultare pericolosi per la salute umana o che possono influire sulle qualità organolettiche degli alimenti finiti stoccati pronti per essere immessi sui mercati.

Haccp temperature: come si gestiscono?

Durante la redazione ed implementazione della procedura per il monitoraggio delle temperature per il mantenimento della catena del freddo si dovranno valutare gli aspetti ‘statici’ aziendali, relativi agli stoccaggi, e quelli ‘operativi’ inerenti alla ricezione e partenza delle merci, e per le fasi produttive qualora necessiti.

L’analisi e la definizione di questo pre-requisito, in un’organizzazione, deve essere preso in considerazione e valutato per il rispetto dei criteri obbligatori della sicurezza alimentare. Durante l’effettuazione della valutazione ed analisi dei rischi scaturiranno le necessità per l’utilizzo delle attrezzature per la gestione della catena del freddo.

Questi requisiti dovranno essere riportati nelle azioni di mitigazione dei rischi presenti nel manuale di autocontrollo secondo il sistema Haccp o Harpc.

La procedura per il monitoraggio delle temperature, e mantenimento della catena del freddo lungo tutta la filiera, a seguito dell’analisi e valutazione dei rischi, possono riassumersi:

  • Qualifica di un fornitore che rispetti i requisiti e le temperature per il trasporto dei generi alimentari refrigerati e surgelati;
  • Corretto monitoraggio delle temperature degli alimenti in fase di ricezione delle materie prime o dei prodotti finiti, effettuate da personale formato tramite strumentazioni tarate;
  • Sosta non più di 15 minuti dopo lo scarico per lo stoccaggio nelle attrezzature per il mantenimento della catena del freddo;
  • Rispetto dello stoccaggio ordinato per la corretta areazione e circolazione d’aria fredda nell’attrezzatura;
  • Verifica del funzionamento delle attrezzature tramite rispetto dei piani di manutenzione, monitoraggio delle temperature degli alimenti e controllo delle porte, guarnizioni, sonde;
  • Se vengono effettuate operazioni a  temperatura controllata, definire tempi e  temperature nei quali range i prodotti possono sostare fuori dell’attrezzatura e  validare il processo;
  • Se l’attrezzatura viene utilizzata per lo scongelamento e o il raffreddamento verificare che questi processi non influenzino sull’altra merce stoccata ed validare i processi;
  • Prevedere nelle procedure di manutenzione e di sanificazione le frequenze necessarie per il mantenimento della funzionalità e  dell’igiene delle attrezzature per la catena del freddo;
  • Dotare le attrezzature con dei sistemi di energia alternativa in caso di mancanza di energia elettrica e di avviso in caso di innalzamento oltre limiti delle temperature;
  • Prevedere la frequenza delle tarature da effettuare alle sonde ed allo strumento per i monitoraggi.

Procedura per il monitoraggio delle temperature: gli step

L’organizzazione non dovrà solamente occuparsi di definire delle dotazioni per il mantenimento della catena del freddo per essere in compliance. Ma dovrà essere implementata una procedura per il monitoraggio delle temperature. Vediamo cosa dovrebbe contenere una procedura per queste attività:

  • Definire le responsabilità ed i sostituti che devono effettuare i monitoraggi per il controllo delle temperature;
  • Definire la formazione da effettuare alle risorse;
  • Definire la frequenza di monitoraggio ed i limiti critici CCP da rispettare per le varie tipologie di attrezzature;
  • Redigere una planimetria per le attrezzature della catena del freddo;
  • Definire delle azioni da effettuare nel caso dei superamenti dei limiti previsti e  consentiti;
  • In caso di attrezzature per l’abbattimento, oppure di trasporto di prodotti molto sensibili effettuare delle validazioni di processo anche in collaborazione con i fornitori;
  • Testare le attrezzature per i sistemi di Business Continuity e di emergenza superamento soglie di temperatura;
  • Definire i tempi per il mantenimento della documentazione relativa ai monitoraggi delle temperature per il mantenimento della catena del freddo;
  • Rivedere annualmente in sede di riesame la procedura.