La carne coltivata in laboratorio è il termine che definisce i prodotti ottenuti da processi di produzione tramite coltura cellulare, piuttosto che dall’allevamento classico.
Per quanto riguarda la struttura biologica, e nutrizionale, non vi sono differenze sostanziali tra la carne allevata e quella prodotta in laboratorio.
La differenza fondamentale, è che nei processi in laboratorio, non si avrà nessun coinvolgimento esterno, come inseminazione, ingrasso, alimentazione, abbattimento e macellazione.
Il comparto è in crescita esponenziale, e mira a modificare le metodiche classiche di allevamento di massa. Infatti con queste metodologie si riuscirà a migliorare lo sfruttamento dei terreni utilizzati per allevamenti e mangimi.
Oltre che lo sfruttamento dovuto all’emungimento delle acque, impatto di anidride carbonica rilasciata, ed ovviamente benessere animale.
Richiedi una consulenza per la tua azienda alimentare adesso
Prenota una call gratuita con un nostro consulente.
Carne sintetica: perché è importante?
L’utilizzo di carne sintetica, creata in laboratorio, è uno dei progetti che volgono alla sostenibilità alimentare ed ambientale. Un alto progetto importante è quello inerente agli insetti edibili, di cui abbiamo parlato in questo articolo.
E’ ovvio, che allo stato attuale, non si possano fare delle comparazioni organolettiche tra la carne coltivata e la carne allevata. Queste attività sono oggetto di studio per la definizione di normative adeguate, in quanto risulta difficilmente applicabile il Reg CE 853.
Come abbiamo anticipato sopra, questa attività, potrebbe essere una risposta per abbattere gli impatti della produzione di carne con metodologia classica, che è divenuta insostenibile.
Ci sono molti ma di cui tenere conto. Al di là di quelli di natura organolettica, e normativa, per esempio anche quelli occupazionali destano mole preoccupazioni.
Se per i primi due si potrebbe pensare all’utilizzo di carne coltivata in laboratorio, per segmenti di qualità inferiore, il terzo merita molta attenzione, perché il comparto zootecnico conta una gran quantità di operatori, che si potrebbero trovare senza occupazione.
In realtà ci sono anche altre tre quesiti importanti, che in questa fase dovranno ottenere risposta:
- La carne creata in laboratorio sarò economicamente sostenibile per i consumatori?
- Quale sarà in comportamento dei consumatori vegani, vegetariani, o osservanti di dettami religiosi?
- Quale saranno i principi etici da seguire?
Carne coltivata in laboratorio: composizione
La carne coltivata in laboratorio è composta da cellule prelevate tramite una biopsia da un animale vivo. I tessuti che possono essere prelevati si suddividono in:
- Cellule muscolari, che hanno una velocità di riproduzione più bassa;
- Cellule staminali, che si riproducono più velocemente.
Una volta sezionate le cellule, queste ultime verranno collocate su delle piastre di coltura e mantenute bagnate in soluzioni di crescita contenenti bioreattori.
Le soluzioni di crescita sono composte da aminoacidi, carboidrati come zucchero, vitamine e fattori biochimici critici.
Allo stato attuale le produzioni effettuate con maggior successo sono quelle per la carne macinata e ricomposta in polpette ed hamburger, perché ricercare una struttura solida, per la carne sintetica, per esempio quella di una bistecca, ancora non è così semplice.
Carne allevata Vs Carne coltivata
La carne coltivata in laboratorio fornisce delle performance importanti a causa del suo potenziale di fornire un alimento a basso impatto ambientale.
Il comparto zootecnico rappresenta il 18% del totale delle emissioni globali di gas serra, il 30% di consumi di acqua dolce, ed un quarto dello sfruttamento di terreno. Gli allevamenti risultano essere molto più impattanti del settore dei trasporti sia civili e industriali.
Di seguito il confronto delle risorse necessarie alla produzione di una bistecca da 230 g convenzionale:
- Alimentazione: 1,6 kg di mangime;
- Terra: un quarto del terreno terrestre;
- Energia: processi di produzione energivori;
- Acqua: 3.515 litri;
e di carne coltivata:
- Alimentazione: nessuno;
- Terra: 1 decimo rispetto alla convenzionale;
- Acqua: un decimo rispetto alla convenzionale;
- Energia: metà della convenzionale;
- Miglioramento delle possibilità di approvvigionamento anche nei paesi in via di sviluppo.
I vantaggi della carne coltivata in laboratorio
Oltre quelli che abbiamo riportato sopra, ci sono altri vantaggi frutto dell’utilizzo della carne di laboratorio:
- Sicurezza alimentare. La produzione di carne in laboratorio, abbatte tutti quelli che possono essere i pericoli alimentari pregressi nelle fasi di allevamento, e macellazione, non essendoci possibilità di contaminazioni da parte di acque, terreni, e feci contaminate. Considerevoli non sono solamente i vantaggi per i rischi biologici, ma anche per quelli chimici, relativi alle sostanze antibiotiche ed ai metalli pesanti;
- Profili nutrizionali. Produrre carne in laboratorio permette la modifica e la standardizzazione dei profili nutrizionali della carne a beneficio della salute umana;
- Benessere degli animali. Non aumentando i capi in allevamento, dovuti alla richiesta in aumento di prodotti animali, si riuscirà ad avere allevamenti più sostenibili, sostituendo la carne coltivata per ottemperare alle richieste. Questo permetterà un maggio rispetto del benessere animale;
- Investimenti. Come sempre i nuovi processi porteranno nuove opportunità. Laboratori di coltura, nuove attrezzature e competenze delle persone.
Le nostre conclusioni.
Si potrà veramente sostituire una fiorentina, o un prosciutto di cinta con carne coltivata in laboratorio? Sicuramente no. Anche perché per raggiungere tali caratteristiche, come avviene con le carni vegetali nasceranno molti prodotti non molto sani, ricchi di additivi, conservanti ed aromi.
Sicuramente potrà essere una via per le carni di largo consumo. Dove non si va ricercando la qualità o l’unicità di prodotto. Là dove la quantità è più importante dell’unicità, perché tali processi saranno fondamentali per tappare dei buchi di richieste.
Crediamo che l’utilizzo di queste tipologie di processo, saranno anche fondamentali per dar modo di ritrovare alla zootecnica convenzionale, una giusta misura, nel rispetto dell’ambiente, del benessere animale e del consumatore.