Cos’è il benessere Animale?

Il benessere animale è la definizione in riferimento alla qualità della vita vissuta dallo stesso sia allo stato brado, sia e soprattutto nell’allevamento, dove, l’intensività, può apportare stress che possono avere un impatto sulla sua salute.

Benessere animale

Il rispetto del benessere animale diventa, anno dopo anno, una questione sempre più delicata. È un tema molto importante per i consumatori e per le aziende.

Il fatto che gli animali possano vivere in condizioni dignitose è strettamente legato al rispetto in quanto esseri viventi ed incide direttamente sulla qualità dei prodotti ricavati (latte, carne, ecc.).

Oltre a far soffrire gli animali, stress e condizioni di scarso benessere possono portare ad una maggiore predisposizione alle malattie trasmissibili tramite Salmonella ed E.Coli compromettendo anche la salute umana. Oppure dovute a sostanze inibenti sovrautilizzate.

Il CIWF ( Compassion In World Farming Italia) stabilisce le 5 punti che garantiscano il benessere alle varie specie animali.

Attraverso il CReNBA (Centro di referenza nazionale per il benessere animale) il Ministero della Salute fissa linee guida monitorando la situazione in Italia. Scopriamo meglio cosa significa benessere animale, quali sono le relative norme in Italia e in Europa.

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Benessere Animale: le 5 libertà

La definizione del CIWF, ente principale a tutela degli animali da allevamento, associa il benessere animale alla qualità di vita percepita dallo stesso allo stato di salute psicofisica, alla possibilità di esprimere i propri comportamenti naturali.

Il benessere c’è quando gli animali sono sani, in forma, liberi dalle sofferenze. Il CIWF ha individuato le 5 libertà su cui si basa il benessere animale, ovvero libertà:

  • Da fame, sete e malnutrizione;
  • Da dolore, ferite e malattie. E’ importante eseguire diagnosi, cure e prevenzione;
  • Da paura e disagio;
  • Libertà di manifestare i propri comportamenti naturali, caratteristici della propria specie;
  • Libertà di vivere in un ambiente adeguato alle proprie esigenze, dove potersi riparare e riposare.

Le misure atte a garantire il benessere degli animali variano in base alle specie ed al tipo di allevamento.

“Tutta la produzione agroalimentare che coinvolge gli animali dovrebbe utilizzare sistemi che garantiscano un elevato livello di benessere” si legge sul sito di CIWF Italia.

Benessere degli Animali: quadro normativo europeo

Nel 2009, il Trattato di Lisbona ha riconosciuto gli animali come esseri senzienti. Perciò, ha stabilito che i Paesi membri dell’UE hanno la responsabilità etica di prevenire dolore, sofferenza e maltrattamenti.

La Strategia in materia di benessere degli animali dell’UE ha l’obiettivo di regolamentare:

  • Norme standard minime per la tutela degli animali negli allevamenti;
  • Indicazioni per determinate categorie animali come suini, vitelli e galline ovaiole.
  • Regole per il trasporto in fase di stordimento e macellazione.

Il benessere animale rappresenta una priorità per l’UE senza cui è impossibile raggiungere un adeguato livello di sicurezza alimentare.

A tal scopo, vengono stanziati finanziamenti per sostenere metodi di allevamento estensivo che garantiscano l’accesso a spazi all’aperto per l’allevamento e condizioni stabili per i migliori animali.

A livello comunitario la regolamentazione che si occupa di identificare i requisiti da rispettare è il Reg CE 1099/2009.

Altre organizzazioni internazionali hanno emanato linee guida e raccomandazioni in tema di benessere degli animali come il Consiglio d’Europa e l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE).

Benessere degli Animali: la tutela di EFSA

Il benessere degli animali influenza la sicurezza della catena alimentare, in particolar modo, quello di animali allevati per la produzione di alimenti. Stress e condizioni di scarso benessere possono portare ad una maggiore predisposizione negli animali alle malattie.

Questo si legge sul sito dell’EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che svolge un ruolo importante. Fornisce consulenza scientifica agli organi dell’UE su tutti gli aspetti relativi alla salute ed al benessere degli animali da allevamento.

L’obiettivo è supportare i gestori del rischio aiutandoli a individuare metodi rivolti a ridurre dolore, sofferenza e disagio per gli animali e migliorare, ove possibile, il benessere, soprattutto per certe categorie (suini, vacche da latte, pesci).

Benessere Animale: linee guida del Ministero della Salute

Per allinearsi alle norme europee, il Ministero della Salute ha elaborato un “Piano Nazionale per il Benessere Animale”.

Questo piano prevede l’individuazione di criteri armonici per valutare l’attività degli allevamenti nel nostro Paese, controlli annuali, formazione specifica per allevatori e veterinari, un coordinamento efficace tra le diverse autorità di verifica.

Oltretutto, sono state implementate linee guida mirate per i bovini che autorizzano l’allevamento intensivo “a pascolo zero” ritenuto idoneo con un approccio che rispetta il benessere animale.

Standard CReNBA per gli allevamenti di bovini da carne e latte

Lo standard pubblico CReNBA (Centro di referenza nazionale per il benessere animale) è stato riconosciuto dal Ministero della Salute e dal MIPAAF.

Con questa norma, il Ministero della Salute ha fissato linee guida monitorando la situazione in Italia in tema di benessere animale negli allevamenti di bovini da carne e da latte.

Il CReNBA riguarda soltanto la fase di allevamento, mentre non prevede procedure per la gestione di altre fasi (trasporto, macellazione, trasformazione, ecc.).

Visto che il settore lattiero-caseario non viene regolato da norme di legge verticali in tema di etichettatura, per la comunicazione in etichetta bisogna rispettare una procedura per il “benessere animale in allevamento” valutata dallo standard CReNBA.

Lo standard di certificazione benessere animale prevede la verifica in loco di un veterinario qualificato CReNBA e la rintracciabilità, ovvero la provenienza dei prodotti di allevamento in tutte le fasi (allevamento, trasporto, trasformazione, confezionamento, etichettatura).

Di questo importante aspetto, però, se ne occupano anche altre norme e standard. Per esempio lo standard di certificazione Global Gap per il settore allevamento.

Oppure gli standard ittici Friend of The Sea, MSC, ASC. Anche a livello ministeriale, sono molti i sistemi nazionali che richiedono il rispetto di questi requisiti. Per esempio il sistema nazionale per acquacoltura sostenibile.

Senza contare la certificazione biologica. Sembrerà strano a molti. Ma anche la norma tecnica per la certificazione dei servizi di pest management, la ISO 16636, tiene in considerazione questo requisito.

Infatti molti presidi che potevano fornire sofferenza, per esempio i collanti, in molti paesi sono stati dichiarati fuori legge, per la modalità barbara in cui i roditori si ferivano nel tentativo di liberarsi.