Smaltimento dei rifiuti

Lo smaltimento dei rifiuti, così come la gestione dei rifiuti, è un’attività aziendale, definito come prerequisito di base per la sicurezza alimentare dalla norma ISO 22002. La prima è atta all’allontanamento degli stessi dall’attività, la seconda alla gestione ‘sicura’ in azienda prima del suo smaltimento.

Un rifiuto, secondo la definizione del DLgs 152/06, Testo Unico Ambientale, è qualsiasi materiale o sostanza, il cui detentore, voglia disfarsi, abbia intenzione o obbligo di farlo. Ci sono quindi due importanti fattori da segnalare:

Smaltimento dei Rifiuti per gli Imballaggi e Materiali di Confezionamento
  1. È il detentore, il proprietario a definire che cosa sia rifiuto;
  2. La definizione disfarsi deve tenere conto gli obblighi e la sicurezza nei confronti delle persone e dell’ambiente.

L’attenzione nei confronti di questo fattore ambientale, è cresciuta molto. Sono varie, infatti, le iniziative in questo senso, nell’ambito della transizione ecologica, per diminuire l’impatto dei rifiuti.

Per esempio il divieto delle plastiche monouso, e la spinta verso politiche di economia circolare per favorire il riciclo e riuso.

In questo articolo, cercheremo di trattare questo ampio argomento, approfondendo un terzo fattore. Quello inerente alla gestione dei rifiuti nelle organizzazioni alimentari che possono rappresentare un pericolo per la sicurezza degli alimenti e salute dei consumatori.

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Gestione dei rifiuti: perché è improntante?

Adottare una efficace procedura di gestione dei rifiuti in azienda, non solo è obbligatorio per legge. Ma è fondamentale per varie motivazioni. Vediamo che cosa può generare una cattiva gestione dei rifiuti in azienda:

  • Essere motivo di contaminazione degli alimenti;
  • Contaminare le falde acquifere;
  • Generare contaminazione ambientale;
  • Generare infestazioni.

Le conseguenze possono essere gravissime, e possono riguardare molti fattori, tra cui, oltre la contaminazione alimentare, ed ambientale, avere un impatto sulla salute dei consumatori, e sulla continuità aziendale, a seguito di sanzioni e perdita di reputazione.

Quali sono le tipologie di rifiuto?

Iniziamo con il dire, che una organizzazione alimentare, può avere varie tipologie di rifiuto. Rifiuti degli imballaggi e dei materiali per il confezionamento, che possono comprendere vari materiali come legno, carta, cartone, plastica, fascette, vetro, ecc.

Rifiuti dei materiali di gestione, contenitori di prodotti di sanificanti e altri prodotti. Rifiuti o scarti derivante dalle lavorazioni.

Tutte le tipologie viste sopra, saranno considerate rifiuto, solamente quanto il loro produttore lo definirà tale, infatti, molte di esse, per esempio, possono divenire materia prima di un’altra catena di produzione.

Per esempio, bio carburanti, oppure sistemi di riciclo di varia tipologia.

Gli scarti alimentari, riportano un’ulteriore suddivisione. Possono per esempio rientrare nella catena come materie prime, per alimenti umani, mangimi o altro. Per esempio, gli scarti alimentare di origine animale, sono classificati secondo il Reg CE 1069, ed il Reg CE 142:

  • Categoria 1 (ad es. animali abbattuti nel contesto delle misure di eradicazione delle TSE – encefalopatie spongiformi trasmissibili);
  • Categoria 2 (ad es. letame, animali morti per cause diverse dalla macellazione);
  • Categoria 3 (scarti di macellazione e dell’industria alimentare).

I ‘sottoprodotti di categoria 3’, per esempio, vengono spesso utilizzati come materie prime del pet food.

Smaltimento dei rifiuti degli imballaggi: quali sono i requisiti?

I requisiti obbligatori che un’organizzazione deve seguire, secondo contesto, sia che applichi un sistema Haccp, Reg CE 852 – Reg CE 853, che la legge CFR 21, Harpc, sono molto semplici, relativi allo smaltimento dei rifiuti. E come abbiamo visto sono definiti dal Testo unico ambientale. Caratterizzazione, tracciabilità, differenziata, stoccaggio temporaneo, trasporto e smaltimento.

In ambito volontario, ci sono delle importanti indicazioni che provengono dagli standard di certificazione alimentare, vediamoli:

  • BRC Global Standard Food SafetyL’imballaggio del prodotto richiede procedure per lo smaltimento di materiali stampati obsoleti per renderli inutilizzabili. La clausola 4.12.3 riguarda anche lo smaltimento sicuro dei rifiuti;
  • SQF – 11.9 Lo smaltimento dei rifiuti richiede lo smaltimento controllato di materiali con marchio. Requisiti simili sono elencati anche nelle clausole 3.9.1.5, 4.9.1.5 e 10.8.1.5. SQF Fundamentals (Edition 8) richiede procedure scritte per lo smaltimento di imballaggi inutilizzabili e materiale registrato. Puoi leggere di più nelle clausole 7.8.1.2 e 11.9 Smaltimento dei rifiuti.
  • IFS Food  – 4.11 Lo smaltimento dei rifiuti non è di per sé specifico per lo smaltimento sicuro degli imballaggi di rifiuti alimentari ma richiede che i rifiuti vengano smaltiti solo da fornitori terzi autorizzati.
  • ISO/FSSC 22000non fa specifico riferimento agli imballaggi di rifiuti alimentari, tuttavia ci sono requisiti elencati in 8.9.4.3 – Smaltimento di prodotti non conformi, che toccano la distruzione di prodotti che non sono accettabili per il rilascio.

Ovviamente, i requisiti sopra esposti, richiamano tutti alla norma tecnica di settore per i prerequisiti per la sicurezza alimentare ISO/TS 22002. L’organizzazione per essere conforme a questi standard deve aver implementato una efficace procedura per la gestione dei rifiuti in azienda.

Gestione dei rifiuti in azienda

E’ importante che l’organizzazione implementi una buona procedura di gestione dei rifiuti in azienda, che dovrà considerare i seguenti fattori ed attività:

  • Interni. Dovranno essere definite le attività per il mantenimento dell’ordine, igiene, monitoraggio dei materiali, formazione per la gestione. Definizione delle modalità, e frequenze di raccolta, a seconda delle varie tipologie di rifiuto. Dovranno essere definite le aree destinate interne ed esterne, i contenitori dedicati ad ogni tipologia di rifiuto, le frequenze di eliminazione dalla produzione e dagli spazi interni dei materiali;
  • Esterno. Dovranno essere definite le modalità di smaltimento con un gestore di servizi autorizzato, per i rifiuti. Rispettando i requisiti richiesti dal testo unico, registri, dichiarazioni, ecc. Comprendendo anche le modalità di ritiro, compattamento, gestione dei contenitori, ecc;
  • Monitoraggio. Dovranno essere definite le modalità di monitoraggio dello stato degli stoccaggi temporanei, delle strutture ed impianti, di gestione e per la protezione dei possibili danni ambientali. Oltre che dello stato igienico;
  • Emergenze. Considerare, nel piano di emergenza aziendale, i possibili accadimenti che possono essere imputati, o comprendere i rifiuti.

Nei confronti delle autorità, l’organizzazione, dovrà dare evidenze, di una corretta gestione, ricordando che lo smaltimento illegale dei rifiuti, è un reato penale.

L’organizzazione sarà opportuno che definirà dei ruoli di responsabilità per l’effettuazione dei monitoraggi dei requisiti alimentari ed ambientali. Inserirli nelle checklist dei programmi di audit interno, per valutarne lo stato di conformità, e definire le azioni correttive più appropriate in caso di deviazioni.