Il DNA o acido desossiribonucleico è una lunga molecola che contiene il codice genetico unico. L’utilizzo del DNA per la tracciabilità e frode alimentare è una metodica sempre più utilizzata dalle organizzazioni alimentari per verificare l’autenticità degli alimenti prodotti.
Miglioramento la fiducia e la trasparenza nei confronti dei consumatori.

I mercati globali, frazionati da differenti legislazioni, intermediari ed anche aspetti culturali ed economici molto differenti possono influire negativamente sulla garanzia di rispettare la tracciabilità lungo tutta la catena dal campo alla tavola.
Sono molti i sistemi tecnologico informatici che promettono soluzioni nei confronti della tracciabilità, e soprattutto nei confronti delle frodi alimentari.
Frodi alimentari che sono una vera piaga del mercato internazionale, ne dimostra anche l’impegno di GFSI, Global Food Safety Initiative, in questo senso.
Le aziende certificate con uno standard alimentare GFSI, possono utilizzare le analisi di laboratorio come attività di mitigazione per verificare la purezza del prodotto e, in alcuni casi la tracciabilità.
L’utilizzo del DNA per la tracciabilità e frode alimentare inizia ad essere molto diffuso.
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Prevenire la frode alimentare grazie al DNA
Il DNA, DeoxyriboNucleic Acid, o acido desossiribonucleico, è la carta di identità, impronta genetica, contenente le informazioni degli esseri viventi e di tutte le specie. Ed è per questo che c’è molto interesse sull’utilizzo del DNA per la tracciabilità e frode alimentare.
Anche se dal punto di vista analitico, la tracciabilità degli alimenti rimane un argomento non semplice, al contrario della verifica dei parametri chimici e microbiologici, si sta insinuando la metodica dell’utilizzo di una mappatura del DNA per valutare l’autenticità e la provenienza delle materie prime.
Autenticità degli alimenti garantita dal rispetto della composizione reale di un prodotto nei confronti della descrizione correlata e proposta ad aziende e consumatori.
Nelle azioni di mitigazione nei confronti delle frodi alimentari, richieste dai requisiti delle certificazioni BRC, IFS ed FSSC 22000, che in gran parte sono volte alla catena di fornitura, quindi può essere preso in considerazione l’utilizzo del DNA per la tracciabilità e frode alimentare.
Così da dare evidenza di monitoraggio, rispetto a dei valori certi, dell’autenticità reale dei prodotti immessi sul mercato e non demandandola solamente a sistemi, che spesso, sono più strumenti commerciali che di evidenze vere.
Utilizzo del DNA in ambito alimentare: il sequenziamento genetico
L’introduzione di metodi di verifica che si basano sull’utilizzo del DNA per la tracciabilità e frode alimentare offre nuovi e potenti strumenti per le organizzazioni. Lo strumento più importante in questo ambito è il sequenziamento genetico di nuova generazione.
Il sequenziamento genetico di nuova generazione si basa sul rilevamento di tutte le specie rilevate su un campione analizzato.
Al contrario, dei sistemi precedenti in questo ambito, che rilevavano solamente una specie presumibilmente da ricercare. Questa metodica permette quindi la valutazione anche di alimenti complessi e composti da molte materie prime.
Questo permetterà alle organizzazioni di avere una chiara valutazione della composizione delle materie prime acquistate.
Tutto sta scorrendo molto velocemente, ed il passo successivo sarà quello di avere un database di riferimento con il quale interfacciare le prove.
Tracciabilità e frode alimentare: database delle sequenze di DNA
Uno dei punti chiave dell’utilizzo del DNA per la tracciabilità e frode alimentare è quello di poter avere a disposizione dei database affidabili per l’identificazione delle specie. Sono molte le realtà che si stanno muovendo in questo senso.
Perché, come per i pericoli chimici, biologici, radiologici, e fisici, è fondamentale il paragone con dei dati certi. Ma ancora è un mondo in sperimentazione, quindi, anche se questo lavoro porterà a buoni frutti, allo stato odierno non è così affidabile.
Con il tempo si arriverà per esempio ad un sistema di accreditamento delle prove per le mappature delle sequenze genetiche, ed a quel punto si potranno avere dei dati certi su cui fare riferimento a disposizione delle organizzazioni e che abbiano valore legali.
Ci sono taluni mercati che chiedono questo tipo di analisi. Per esempio il mercato delle carni di maiale macinate, dopo gli scandali della carne di cavallo.
Trattasi, come abbiamo visto sopra, di una valutazione di presenza di una specie, cavallo, in una materia, carne di maiale macinata.
Ma arrivare ad una valutazione tramite utilizzo del DNA per la tracciabilità e frode alimentare in ambito enologico, cerealicolo e oleario, per esempio, dove non solo si cerchino altre specie, ma si ricerchino le sequenze specifiche di una specie relativa ad un territorio, è ancora oggetto di studi e sperimentazioni.