Gli organismi geneticamente modificati o OGM, sono, organismi che hanno subito una modifica di ingegneria genetica, al proprio patrimonio genetico. Le organizzazioni che utilizzano alimenti modificati OGM, provenienti dalle materie prime, devono comunicarne l’utilizzo.
La creazione degli OGM ed il loro utilizzo, massiccio, in molte aree del mondo è dovuto alle richieste massicce dei mercati alimentari ed alle mutate condizioni climatiche.
Infatti la ricerca continua, ha dato la possibilità di produrre nuove forme di alimenti più sicuri dal punto di vista di sicurezza alimentare, resistenti agli eventi climatici, ai parassiti, e con capacità di rendita più alta rispetto ai convenzionali.
Il governo Italiano bandì la coltivazione di organismi geneticamente modificati, ma la UE, in assenza di prove della loro pericolosità, fece decadere questo decreto.
Gli unici obblighi di divieto per gli alimenti modificati OGM, sono sugli alimenti biologici, prodotti secondo il Reg CE 848/2018. Quest’ultimi, compresi i mangimi, non possono contenere organismi geneticamente modificati.
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Organismi Geneticamente Modificati: sono presenti negli alimenti?
Gli alimenti OGM sono presenti in tutti i mercati mondiali ormai da molto tempo, e vi è molta difficoltà a comprendere quali siano ormai i prodotti derivanti dalle culture classiche tradizionali, e quali siano stati modificati geneticamente.
La tematica degli alimenti geneticamente modificati, è molto sentita dai consumatori, molte sono le fonti a sostegno che definiscono ‘pericolose’ queste culture, ma ufficialmente non ci sono studi che confermano queste teorie.
Le organizzazioni operati nella filiera alimentare hanno la responsabilità di informare il consumatore della presenza, in etichetta, negli alimenti prodotti con organismi geneticamente modificati. In Italia, seppur questi prodotti, siano vietati solamente per l’ambiente biologico, con la direttiva UE 412 del 2015, si lascia ai singoli stati la possibilità di delimitarne l’utilizzo.
Il consumatore italiano non vede di buon occhio la presenza di questi alimenti modificati. L’argomento sugli alimenti OGM e la loro pericolosità è molto delicato e controverso. Non solo. In molti sostengono anche le taluni alimento modificati non rispettino il valore qualitativo dell’alimento tradizionale, oltre che essere pericolosi per la salute e per l’ambiente.
Ma paesi quali gli Stati Uniti ed i paesi asiatici, vista la grande quantità di popolazione, fanno largo utilizzo di alimenti geneticamente modificati. Per sopperire alle richieste alimentari.
Alimenti modificati geneticamente modificati: che cosa sono?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS definisce gli alimenti geneticamente modificati Ogm come alimenti modificati prodotti da o utilizzando, come ingredienti, organismi geneticamente modificati.
Vengono definiti gli Ogm come “organismi, piante, animali o microrganismi, in cui il materiale genetico DNA è stato alterato utilizzando metodiche non naturali tipiche come accoppiamento e / o naturale ri combinazione”. Gli alimenti geneticamente modificati comuni più noti ed utilizzati sono, il Mais, la Soia, la Barbabietole da zucchero, le Mele e la Papaia.
Le motivazioni più comuni per le quale la ricerca si sia mossa nello studio e creazione di alimenti geneticamente modificati sono dovute molto spesso ai cambiamenti climatici ed alle loro conseguenze.
La necessità di avere delle culture con una resistenza più alta all’aggressione degli infestanti, contaminazione di patogeni, e di fornire tolleranza verso determinati erbicidi, micotossine, nonché di essere di aiuto all’aumento e miglioramento della produttività in quantità ed in qualità dei prodotti.
L’utilizzo di questi prodotti, è molto correlato alle tematiche di sostenibilità. Soprattutto quella alimentare, come l’utilizzo anche degli insetti edibili, che deve sopperire alle mutazioni climatiche che hanno avuto un impatto sulle culture e l’alimentazione di molti paesi.
Il livello di regolamentazione associato alla produzione e all’uso di organismi geneticamente modificati varia da paese a paese. In italia la regolamentazione di riferimento per gli alimenti OGM, autorizzazioni, uso ed etichettatura è definita dal Reg. CE 1829/03 e Reg. CE 1830/03.
Entrambi in applicazione dal 18 aprile 2004. In altri paesi come per esempio gli Usa sono state promulgate delle normative specifiche visto il largo uso di questi prodotti.
Che cosa è l’etichettatura americana OGM?
I produttori di alimenti, operanti nei mercati USA, sono soggetti all’indicazione nelle etichette, ove presenti, il simbolo identificativo della bioingegneria alimentare approvato da USDA, secondo la normativa per l’etichettatura americana specifica per gli OGM.
Il logo identificativo sulla bioingegneria alimentare informa i consumatori della presenza nell’alimento di organismi geneticamente modificati. Questo è fondamentale in un mercato che richiede un’attenzione sempre crescente sulle informazioni per i consumatori.
Informazioni necessarie per la scelta consapevole di un alimento da parte degli stessi. In questo caso riferito agli alimenti ogm nel mercato Usa.
I produttori, importatori e distributori di alimenti sul territorio statunitense, dovranno verificare ed identificare la presenza di alimenti o ingredienti ottenuti tramite procedimenti basati sulla bioingegneria alimentare. Il simbolo identificativo degli gmo nel mercato americano è approvato da USDA.
Quando questa tipologia di organismi superi una quantità del 5% in peso di ciascuno ingrediente, dovrà essere identificato l’alimento con il logo sulla bioingegneria alimentare. L’identificazione degli ogm nel mercato Usa può essere utilizzata anche volontariamente per quantità inferiori a tali percentuali.
La nuova etichettatura americana per gli alimenti OGM, può essere volontariamente utilizzata da Febbraio 2019, diventerà obbligatoria dal 1 gennaio 2022, per tutte le aziende Americane o che commerciano nel territorio Americano, saranno esenti i produttori con meno di $ 2,5 milioni di vendite annuali e le attività di ristorazione.
Le aziende della filiera agroalimentare, comprese quelle che nel loro contesto trattano integratori, possono identificare gli alimenti geneticamente modificati secondo le nuove regole di nuova etichettatura ogm con uno di questi quattro metodi:
- Utilizzando il simbolo “Bioingegneria Alimentare”;
- Utilizzando l’indicazione in lettere “Cibo Bioingegnerizzato” o “Contiene ingredienti alimentari bioingegnerizzati”;
- Apponendo un collegamento elettronico o digitale accompagnato da chiara indicazione sulla possibilità di Scansione qui per ulteriori informazioni sugli alimenti accompagnata da un numero di telefono per informazioni;
- Dando la possibilità di inviare messaggi di testo ad un numero per informazioni sugli alimenti bioingegnerizzati, al quale è collegato un numero che invia automaticamente informazioni su tali prodotti.
Il regolamento ogm nel mercato Usa, definisce anche la possibilità di inserire, da parte delle organizzazioni che producono alimenti OGM e li identificano secondo la nuova etichettatura, una serie di informazioni quali numero di telefono, contatti e sito web per comunicare ed informare meglio i consumatori.
OGM in azienda: come devi gestirli?
La gestione degli organismi geneticamente modificati, in un’azienda alimentare, ripercorre altre importanti claims di prodotto, come le produzioni biologiche, gluten free, gli step possono essere riassunti in:
- Notificare agli organi di controllo la presenza di prodotti o alimenti OGM in azienda ove richiesto;
- Effettuazione della valutazione dei rischi considerando i mercati ove si possono commercializzare i prodotti contenenti alimenti modificati OGM. Se l’azienda producesse in paesi ove la vendita di questi alimenti fosse vietata ma non ne fosse vietato l’uso per altri mercati, mettere in atto procedure di prevenzione per la promiscuità tra le produzioni e dare evidenza che non vi siano “contaminazioni” tra gli alimenti OGM e convenzionali;
- Redazione di azioni atte a prevenire l’introduzione, tramite ingredienti, degli organismi modificati in azienda, tramite definizione delle materie prime e qualifica dei fornitori;
- Identificare i prodotti ed alimenti OGM lungo tutta la filiera;
- Definire le responsabilità e le competenze di chi gestisce e manipola questi prodotti;
- In sede di progettazione di prodotto ed etichettatura verificare se tali alimenti possono essere commercializzati nei mercati di riferimento e come devono essere indicati;
- Redigere procedure per la sanificazione sulle linee, nel caso di utilizzo delle stesse per merce convenzionale ed alimenti geneticamente modificati;
- Validare con analisi di laboratorio l’assenza di OGM negli alimenti convenzionali nel in azienda vi fossero produzioni miste;
- Definire un piano di monitoraggio documentale, comprensivo di calcoli per il bilancio di massa, su campo, ed analitico per il monitoraggio della procedura;
- Effettuare audit di verifica per monitorare la gestione degli alimenti OGM;
- Definire le azioni da effettuare in caso di emergenza, promiscuità di prodotto, rottura contenitori, sanificazione straordinarie fino alla possibile attivazione della procedura di ritiro richiamo dei prodotti dal mercato;
- Verificare in fase di revisione del piano per la sicurezza alimentare e o durante il riesame della direzione la coerenza della procedura di gestione degli organismi geneticamente modificati e le eventuali non conformità sul criterio degli alimenti OGM.
Certificazione NO OGM: cos’è?
La certificazione No OGM è un attestazione che dimostra l’assenza, o la presenza entro il limite delle 0,1% per alimento di materie prime OGM utilizzate. La certificazione di prodotto, definisce questa claim. Un poco come succede con le certificazioni biologica, biodinamica e gluten free.
Noi non siamo ne favorevoli ne contrari alla certificazione No OGM. Ma consigliamo alle organizzazioni di inserire i requisiti in un sistema aziendale di certificazione alimentare, come le certificazioni alimentari FSSC 22000, BRC ed IFS.
Tra i requisiti richiesti dallo standard per gli alimenti modificati possiamo citare:
- Valutazione delle materie prime alimentari e non;
- Qualifica dei fornitori;
- Gestione dei processi produttivi;
- Gestione della tracciabilità e bilanci di massa;
- Test analitici;
- Formazione delle risorse;
- Etichettatura dei prodotti.
I vantaggi del raggiungimento di questa certificazione sono molti. Soprattutto correlati ad uno standard alimentare. Miglioramento della visibilità, apertura di importanti mercati per i consumatori sensibili al requisito. Puntare su alimenti di qualità che utilizzano materie prime ‘antiche’.