Il rischio radiologico è dovuto alle sostanze radioattive che possono contaminare gli alimenti. Il consumo o l’esposizione a questi ultimi è cancerogeno e possono essere dannosi per la salute dell’uomo subito dopo l’esposizione o dopo anni e decenni.
I limiti sulla radioattività negli alimenti, sono definiti nel Regolamento CE 52/2016.

La valutazione del rischio radiologico, si unisce a quella per gli altri pericoli alimentari, biologico, chimico e fisico.
Introdotta dalla normativa Food Safety Modernization Act (FSMA) negli Stati Uniti, e adottata da tutti gli standard di certificazione alimentare, BRC, IFS, FSSC 22000, riconosciuti dal GFSI, Global Food Safety Institute.
La radioattività è un fattore molto presente sulla terra. Infatti esiste naturalmente nel suolo, mari, fiumi e nell’atmosfera, e può essere trasferita agli alimenti.
Oltre che ai fenomeni naturali il rischio radiologico, può essere attribuito ai rifiuti nucleari militari e civili, oppure tramite trattamenti irradianti sugli alimenti a base di radiazioni ionizzanti.
La radioattività può danneggiare il nostro DNA, anche piccole quantità di radiazioni possono modificare le cellule del nostro corpo, portando una incidenza maggiore di probabilità per lo sviluppo del cancro.
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Quando devi fare attenzione al rischio radiologico?
Come sempre, l’uscita di un requisito da valutare, desta molti dubbi. Ma una volta inserito e analizzato, ci si rende conto di quanto sia importante.
La valutazione del rischio radiologico, si è fatta necessaria, anche grazie ai risultati degli studi portati avanti per decenni sugli stati tumorali.
Sommato al fatto che le catene di fornitura sono molto ampie e che in alcune località del mondo ci sono valori naturali di radiazioni, oppure ci sono stati incidenti che han portato all’innalzamento degli stessi.
Aggiungendo anche, che la ricerca industriale, sta adottando, in alcuni processi, trattamenti ionizzanti potenzialmente pericolosi. Tutto ciò può essere veicolo di contaminazione alimentare da radiazioni, pericolose per la salute del consumatore.
Gli alimenti possono essere contaminati dall’assorbimento di sostanze radioattive presenti nel suolo o nell’acqua.
Le sostanze chimiche radioattive nell’aria possono depositarsi su cibo, acqua o suolo. I termini usati per descrivere le sostanze chimiche radioattive includono: isotopi radioattivi, elementi radioattivi e radionuclidi. Per esempio, il cesio radioattivo, l’uranio e lo stronzio.
Valutazione dei rischi radiologici
Sia che la tua azienda operi sul territorio americano, e abbia dovuto implementare il sistema HARPC, richiesto dalla legge FSMA, che tu abbia implementato una norma o standard di certificazione alimentare internazionale, devi inserire nella tua valutazione del rischio, i rischi radiologici.
Noi, essendo uno di quei pericoli definiti ‘nuovi’, consigliamo di valutarlo a tutte le organizzazioni della catena alimentare e non. Soprattutto anche nelle realtà che ricevano materie prime da paesi a rischio.
Quindi, per le organizzazioni alimentari, da implementare nella valutazione HACCP.
Vediamo quelli che sono i passi secondo noi che dovresti seguire, nella tua organizzazione, per la valutazione del rischio sulle radiazioni:
- Informazioni. La raccolta delle informazioni sarà, come sempre, un aspetto fondamentale. Fonti affidabili per poter effettuare una congrua valutazione del rischio radiologico e per rimanere aggiornati sugli accadimenti;
- Valutazione delle materie prime. La valutazione delle materie prime ‘non è’ la raccolta delle schede tecniche. In questo ci dà una buona linea da seguire lo standard di certificazione BRC. La valutazione per ogni materia prima deve essere effettuata valutando tutti i rischi, biologico, chimico, fisico, allergeni, radiologico ed economico. Questo identificherà le evidenze necessarie che dovrà avere il fornitore della materia prima;
- Qualifica dei fornitori. La qualifica dei fornitori oltre che richiedere i requisiti frutto della valutazione vista nel punto 1, dovrà richiedere evidenze e tenerne conto, in merito a processi effettuati, compresi quelli ionizzanti se presenti, aree di produzione delle materie prime. Da questa ulteriore valutazione di qualifica, verranno definite tutte le evidenze necessarie e i monitoraggi da effettuare, per assicurare che non vi siano contaminazioni da parte di radiazioni;
- Contesto ambientale. Una valutazione ambientale del sito di produzione aziendale, sarà fondamentale, per verificare se internamente, o nei pressi dell’organizzazione, possono esserci possibilità di contaminazione. Vicinanze di aziende a rischio, storicità, presenza ambientale di sostanza naturalmente radioattive o di stoccaggio delle stesse. Strutture interne, impianti, tetti, dove possono essere stati utilizzate materie prime possibilmente contaminate. Tutte valutazioni che devono essere effettuate;
- Servizi. Non basterà la valutazione effettuata nel punto 1 e nel punto 2. Come abbiamo visto nel punto 3 devono essere considerati tutti gli aspetti. Quindi la valutazione dei rischi per le radiazioni, deve tenere conto anche dell’acqua, dell’aria, e di tutti quei fattori che possono contaminare l’alimento o aggredire le risorse;
- Formazione. Un buon piano di formazione deve contenere questo pericolo. Principalmente per scopi preventivi e di sensibilizzazione, fondamentali per migliorare la cultura per la sicurezza alimentare in azienda;
- Processo ionizzante. Se utilizzi i processi ionizzanti per uccidere i batteri nei tuoi prodotti, dove puoi utilizzarli, definisci e valida il processo, definisci le pratiche di processo, le responsabilità e le azioni correttive da attuare, in caso di non rispetto dei limiti prefissati;
- Test analitici. I punti sopra avranno definito dei limiti, matrici e frequenza di test analitici da effettuate, per dare evidenza della compliance dei prodotti immessi sul mercato;
- Emergenze. Come sempre, definisci una procedura di emergenza, per gli accadimenti aziendali, del contesto aziendale, e inerenti al ritiro e richiamo degli alimenti dal mercato. E testala, definendo parametri di accettabilità!!
- Revisione. In casi di inserimenti di nuovi materiali, processi, fornitori, o di non conformità, revisiona la valutazione del rischio radiologico. In mancanza di tutto ciò, almeno annualmente effettua una revisione anche delle fonti e informazioni, in sede di riesame HACCP o della direzione.
Trattamenti ionizzanti e irradiazione degli alimenti: che cosa sono?
In ambito alimentare possono essere utilizzati trattamenti di irradiazione degli alimenti. Questi ultimi si basano su un principio di irradiazione che aumenta l’energia nell’alimento, permettendo l’uccisione dei batteri.
Un processo simile alla cottura, ma molto più veloce, che permette di mantenere lo stato organolettico dell’alimento pressoché intatto, garantendo la piena sicurezza dei prodotti e della salute dei consumatori, aumentandone anche la conservazione.
Gli alimenti che possono subire trattamenti di irradiazione possono essere, la frutta, verdura, cereali, bulbi e tuberi, erbe aromatiche essiccate, spezie e condimenti vegetali, pesce e crostacei, pollame.
La normativa europea di riferimento per questi trattamenti viene definita nelle direttive CE n° 1999/2 e 1999/3, recepite nel nostro paese dal Dgls 30 gennaio 2001, n. 94.
In caso di effettuazione del trattamento deve essere sempre riportato nelle informazioni al consumatore, etichetta, libro degli ingredienti o cartello unico.