In un mondo sempre più consapevole dell’importanza della sicurezza alimentare, la presenza di sostanze potenzialmente dannose per la salute umana, come il Bisfenolo A (BPA) che può migrare dai materiali a contatto contaminando gli alimenti è un argomento di rilevanza critica.
Alla luce della pubblicazione del parere scientifico di EFSA in merito alla rivalutazione dei rischi per la salute pubblica legati alla presenza di BPA negli alimenti.
E dei rapporti scientifici redatti congiuntamente con l’Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR) viene resa necessaria, da parte degli operatori del settore alimentare, una maggiore attenzione in merito a queste sostanze.
Questo articolo mira a fornire una panoramica completa ed obiettiva sul BPA, spiegando la sua provenienza, i potenziali rischi per la salute, i limiti di sicurezza stabiliti dalle autorità e i passi da seguire per ridurre la contaminazione.
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Che cosa è il Bisfenolo A?
Il Bisfenolo A o 2,2-bis (4-idrossifenil) propano (n. CAS 0000080-05-7) è un composto chimico organico sintetico utilizzato principalmente nella produzione di plastiche in policarbonato e resine epossidiche.
È un componente chiave del policarbonato, un materiale plastico trasparente e resistente spesso utilizzato in nei contenitori alimentari, bottiglie d’acqua, tappi, piatti, stoviglie, tazze, rivestimenti interni per lattine, tettarelle per neonati, vernici, e rivestimenti di impianti e nella carta chimica utilizzata per gli scontrini.
Il BPA conferisce al policarbonato ed alle resine le proprietà si resistenza e trasparenza. Questo tipo di plastica è particolarmente resistente agli impatti e alla rottura, ed è anche resistente al calore e alla luce.
Inoltre, la plastica a base di BPA può essere formata in un’ampia varietà di forme, il che la rende molto versatile per una vasta gamma di applicazioni.
Nonostante il BPA sia in uso sin dal 1891, il suo impiego industriale è divenuto di ampia diffusione solo a metà del ventesimo secolo.
Da allora, il suo utilizzo è cresciuto esponenzialmente, tanto da essere rintracciabile in una vasta gamma di prodotti di uso comune, dai CD ai dispositivi medici, passando per gli elettrodomestici.
Come si forma il bisfenolo A?
Il Bisfenolo A viene prodotto attraverso una reazione chimica tra due molecole: fenolo e acetone. Questa reazione è catalizzata da un acido e produce il BPA come prodotto principale.
Una volta prodotto, può essere combinato con fosgene (un gas altamente tossico e reattivo) per formare il policarbonato, un tipo di plastica dura e trasparente.
Questo processo, noto come polimerizzazione, avviene quando molte piccole molecole si combinano per formare una catena lunga, o polimero.
Durante il processo di produzione, la maggior parte del BPA viene incorporata nel polimero. Tuttavia, alcune piccole quantità possono rimanere libere all’interno del materiale, e queste molecole sono quelle delle possibili migrazioni sugli alimenti, specialmente quando questi materiali vengono esposti al calore o all’usura.
Bisfenolo A: Quali sono i pericoli per la salute dell’uomo?
Come sempre il sovra utilizzo dei composti chimici che forniscono proprietà di performance ai MOCA è causa di preoccupazione per la sicurezza del consumatore.
Molti produttori stanno cercando alternative più sicure per la produzione di questi prodotti.
Il Bisfenolo A può migrare negli alimenti o nelle bevande dove viene utilizzato come materiale di confezionamento o correlato.
Il BPA è un interferente endocrino, il che significa che può interferire con il normale funzionamento dell’organismo. L’esposizione è motivo di preoccupazione a causa dei possibili effetti sulla salute del cervello e della ghiandola prostatica di feti, neonati e bambini.
È stato collegato a una serie di problemi di salute, tra cui la riduzione della fertilità, l’obesità, il diabete di tipo 2, i disturbi del sistema nervoso e lo sviluppo di tumori ormonali sensibili come il cancro al seno e alla prostata.
Può anche influenzare il comportamento dei bambini. Ulteriori ricerche evidenziano anche un possibile legame tra la sostanza e aumento della pressione sanguigna, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Esiste una dose giornaliera tollerabile di BPA?
L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha stabilito una dose giornaliera tollerabile (TDI) per il Bisfenolo A di 4 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo.
Questo livello è considerato sicuro sulla base delle attuali conoscenze scientifiche, ma la ricerca continua a evolvere e i limiti potrebbero essere rivisti in futuro, considerando quello che può essere il bioaccumulo nell’organismo e gli effetti a lungo termine.
Una delle attività che sarà oggetto di valutazione, non riguarderà solamente l’aspetto correlato tra alimento contaminato dalla migrazione di un MOCA, ma verranno fatte anche valutazioni sulla contaminazione ambientale, come per le sostanze PFAS, MOSH e MOASH, visto il loro grande utilizzo dell’industria di produzione dei materiali.
Quali sono i requisiti comunitari in merito al bisphenol A?
L’Unione Europea ha imposto una serie di normative riguardanti l’utilizzo de bisphenol A. Tra cui:
- Dal 2020, l’UE ha abbassato il limite di contaminazione nei materiali plastici a contatto con gli alimenti tramite il Regolamento Bisfenolo A (UE) 2018/213, che modifica il Regolamento (UE) 2011/10 portando il valore da 0.6 mg/kg a 0.5 mk/kg;
- Dal 2011, è vietato l’utilizzo del BPA nei materiali utilizzati per la produzione si prodotti in plastica destinati ai lattanti.
In aggiunta, l’UE ha imposto l’obbligo di etichettatura per i materiali destinati a entrare in contatto con gli alimenti che contengono queste sostanze. Questo per garantire che i consumatori siano adeguatamente informati e possano fare scelte consapevoli.
Alternative ai BPA
Il BPA ha funzioni tecniche consolidate, che devono essere replicate da qualsiasi sostituto alternativo.
Ciò vale in particolare per l’integrità della tenuta dei rivestimenti interni degli alimenti in scatola, rivestimenti degli impianti e per le proprietà della carta termica per scontrini di cassa.
Le alternative includono sostanze chimiche con una struttura molecolare simile, come per esempio il bisfenolo S (BPS).
Attività per ridurre la esposizione ai Bisfenoli
La riduzione della contaminazione e dell’esposizione ai bisfenoli può essere realizzata attraverso una serie di misure. Innanzitutto, l’industria può optare per l’utilizzo di alternative più sicure al BPA nella produzione di materiali a contatto con gli alimenti.
Questo non solo ne ridurrebbe l’esposizione, ma potrebbe anche favorire l’innovazione e la competitività nel settore.
Oltre a questo, come azienda alimentare devi adottare pratiche di produzione più sicure, come ad esempio evitare il surriscaldamento dei contenitori in plastica che contengono BPA, poiché ciò può favorire il rilascio del composto nell’alimento.
Oppure considerare la sostituzione dei materiali plastici con altre tipologie di materiali per il confezionamento alimentare.
Importante sarà anche rivedere pe modalità di stoccaggio di determinati prodotti, per esempio tenere lontano da fonte di calore e luce diretta gli alimenti e le bevande confezionate con materiali plastici o dove siano presenti rivestimenti di questa tipologia.
Un aiuto in questo caso può arrivare dall’adozione in azienda di standard specifici di settore, come esempio quelli per la certificazione BRCGS Packaging and Materials o IFS Pacsecure.
Questi framework volontari forniranno efficaci strumenti di gestione alla tua organizzazione per assicurare la sicurezza, qualità e legalità dei moca prodotti o lavorati.
Considerazioni finali in merito al Bisfenolo
L’educazione dei consumatori sarà un elemento fondamentale per limitare l’impatto della sostanza. Informare adeguatamente il pubblico sui rischi associati al BPA e su come ridurre l’esposizione può fare la differenza.
Ad esempio, si potrebbe consigliare di evitare il riscaldamento degli alimenti in contenitori di plastica o l’uso di utensili in plastica durante la cottura.
In conclusione, la questione è complessa e richiede un approccio multidimensionale che coinvolga l’industria, le autorità di regolamentazione che stanno rivedendo velocemente tutte le normative del comparto packaging alimentare ed i consumatori.
Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile garantire la sicurezza alimentare e proteggere la salute pubblica.