Ritiro e richiamo degli alimenti

Il ritiro e richiamo degli alimenti dai mercati, è un’attività di emergenza che deve effettuare un’organizzazione alimentare, a protezione della salute dei consumatori, qualora si evidenzi la presenza di un pericolo alimentare.

Attività come la definizione della procedura di ritiro richiamo degli alimenti dai mercati, è uno dei prerequisiti di base per la sicurezza alimentare, definiti dalla norma tecnica settoriale ISO/TS 22002.

Procedura Ritiro e Richiamo degli Alimenti

I requisiti obbligatori per la tracciabilità alimentare, che deve rispettare un’organizzazione, sono definiti nel Reg CE 178.

In base a questo regolamento comunitario, ogni azienda deve tenere traccia da monte a valle, dal campo alla tavola della tracciabilità tutti gli ingredienti che compongono i suoi prodotti.

Non solo delle materie prime, ma devono essere compresi anche i materiali del packaging, ed eventuali additivi utilizzati nelle ricette. Questo vale sia per gli alimenti umani, sia per quelli per gli animali rientranti nel Reg CE 183.

Non aver implementato correttamente una efficace procedura per il ritiro e richiamo degli alimenti, non solo può essere fonte di sanzioni.

Ma, e soprattutto, una scorza capacità di ritiro degli alimenti dai mercati, con il conseguente pericolo per la salute e dei consumatori. Oltre che generare un’impattante danno di immagine, ed economico per l’organizzazione.

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Ritiro e Richiamo degli alimenti: perché è importante?

E’ importante implementare un efficace procedura di richiamo e ritiro di alimenti dai mercati, per agire tempestivamente a tutela della salute edei consumatori. Infatti, un alimento contaminato, può generare da lievi sintomi, ma può anche portare alla morte.

Ed attuare attività tempestive, che siano efficaci, per il blocco, la valutazione, e l’eliminazione dal mercato di prodotti pericolosi, e presunti tali, è fondamentale, alla pari di produrre alimenti sicuri.

Negli ultimi dieci anni l’evoluzione dei mercati internazionali ha reso più complicata la gestione della tracciabilità alimentare. Di pari passo sono nati ottimi strumenti digitali per la gestione efficace di questo requisito.

Come ad esempio il sistema GS1 e la blockchain. Anche le richieste dei i requisiti delle norme sui sistemi di gestione e standard per la certificazione alimentare, han aiutato l’evoluzione della tematica. Occorre anche tenere conto del fatto, che in paesi sono in vigore normative applicabili differenti, per esempio le norme europee sono diverse da quelle americane.

I principi generali sulla tracciabilità però non cambiano, sia che si operi in ambito del sistema HACCP o del sistema HARPC. Anche la GDO ha fatto la sua parte. Inserendo nei processi di fornitura la valutazione della procedura di ritiro e richiamo degli alimenti.

Sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi: cos’è?

RASFF, acronimo di Rapid Alert System for Food and Feed, è il sistema di allerta rapido per alimenti e mangimi. Questo network permette di condividere tempestivamente, le informazioni e segnalazioni inerenti episodi o situazioni che possono costituire un pericolo per la salute dei consumatori.

Le segnalazioni riportate sul RASFF Portal, visionabile a questo indirizzo, sono pubbliche e saranno fondamentali per una gestione continua dei rischi alimentari sul territorio. Così come utili come fonte da visionare per poter effettuare valutazione dei rischi alimentari.

Il sistema di allerta rapida RASFF è definito nell’articolo 50 del Reg CE 178. Che stabilisce i principi ed i requisiti generali per la legislazione alimentare, istituendo l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, EFSA.

Il portale viene utilizzato per le seguenti tipologie di segnalazioni:

  • A Notifiche di allerta: inviate quando un alimento o mangime presenta, p è presumibile che sia presente, un grave rischio per la salute, ed essendo già sul mercato, è necessaria un’azione rapida di intervento;
  • I Notifiche informative: utilizzate quando è stato identificato un rischio per la salute umana derivante da alimenti, materiali a contatto, o mangimi, ma gli altri membri non devono agire rapidamente. Questo perché il prodotto non ha raggiunto il loro mercato, o non più presente, o perché la natura del rischio non richiede un’azione rapida;
  • BR Rifiuto di frontiera: attività che riguarda alimenti, materiali a contatto, o mangimi, che sono stati testati e respinti alle frontiere comunitarie. La partita interessata viene rifiutata per l’importazione, restituita al paese di origine o distrutta in loco;
  • N Notizie: qualsiasi informazione relativa alla sicurezza degli alimenti, e dei mangimi, che non è stata comunicata come avviso o notifica informativa, ma che è ritenuta interessante per le autorità di controllo.

Ritiro e richiamo degli alimenti: quali sono le differenze?

Prima di procedere con con il nostro articolo informativo, è importante definire la differenza che vi è tra il ritiro ed il richiamo di un alimento dal mercato, fornendo anche importanti definizioni in merito al sistema d’allerta alimentare, relative alla nota Ministeriale 2016 ed all’Accordo Stato Regioni n 50 del 5 maggio 2021:

  • Ritiro: “qualsiasi misura volta a impedire la distribuzione e l’esposizione di un prodotto pericoloso, nonché la sua offerta al consumatore”. Si intende quindi il ritiro del prodotto quando l’OSA ritiene che vi sia un pericolo o non si ha certezza dell’assenza di controindicazioni. Verranno quindi avviate procedure per far rientrare il prodotto presso l’azienda. In alternativa, si può fare riferimento anche a un prodotto che non si trovi in commercio. È il caso, ad esempio, della catena logistica, piattaforme o stoccaggio in magazzini;
  • Richiamo: “le misure volte a ottenere la restituzione di un prodotto pericoloso che il fabbricante o distributore ha già fornito o reso disponibile ai consumatori”. In questo caso, l’OSA ritiene che vi sia un pericolo o non ha la certezza dell’assenza dello stesso. L’OSA quindi avvierà procedure per far richiamare il prodotto presso l’azienda. Il prodotto in questo caso è già in commercio, quindi verranno coinvolti autorità, mezzi di informazioni e varie piattaforme.

Altri importanti riferimenti e definizioni sono le sugienti:

  • Effetti immediati: quando la comparsa di gravi effetti nocivi per la salute umana a seguito dell’assunzione di un alimento contaminato si manifesta immediatamente o dopo un breve periodo di tempo o su specifiche categorie di popolazione, quali i soggetti allergici, immunodepressi, anziani, donne in gravidanza (ad esempio malattie alimentari, intossicazioni, allergie ecc.) come riportato nell’allegato D della linea guida per la gestione operativa del sistema d’allerta per alimenti destinati al consumo umano, approvata in Conferenza Stato-Regioni il 13 novembre 2008 lettere a), b), f), j):
    • o alimenti contenenti sostanze proibite, conformemente a quanto previsto dalle disposizioni comunitarie o, in loro assenza, dalle norme nazionali;
    • o alimenti contenenti residui di pesticidi o metaboliti derivanti dalla loro degradazione per i quali la predicted short term intake supera quella acuta di riferimento (ARfD) per la sostanza;
    • o alimenti contenenti funghi o tossine fungine, batteri o tossine batteriche, tossine algali, parassiti e loro metaboliti, virus o prioni, che, sulla base dei riscontri analitici ottenuti, in presenza di limiti fissati da norme nazionali o comunitarie, fondati sulla valutazione del rischio, sono in grado di indurre con elevata probabilità la comparsa di malattia nell’uomo; alimenti preconfezionati contenenti allergeni che non figurano tra gli ingredienti riportati in etichetta.
  • Effetti a lungo termine: quando l’assunzione di un alimento può comportare probabili effetti a lungo termine, effetti tossici cumulativi sulla salute di chi lo consuma o dei suoi discendenti, come riportato nell’allegato D della linea guida per la gestione operativa del sistema d’allerta per alimenti destinati al consumo umano, approvata in Conferenza Stato- Regioni il 13 novembre 2008 lettere c), d), e), g), h), i):
    • Alimenti contenenti residui di pesticidi o loro metaboliti o prodotti della loro degradazione per i quali non è stata fissata alcuna dose acuta di riferimento, ma esiste una dose giornaliera accettabile (ADI) e la dose predicted short term intake supera chiaramente la ADI;
    • Alimenti contenenti sostanze teratogene, genotossiche o cancerogene i cui livelli trovati eccedono i limiti fissati dalla legislazione comunitaria o, in sua assenza, dalla normativa nazionale;
    • o alimenti contenenti sostanze teratogene, genotossiche o cancerogene per le quali non vi sono limiti stabiliti, ma la predicted short term intake (PSTI) supera la dose giornaliera tollerabile (TDI);
    • Alimenti che presentano un livello di contaminazione radioattiva da Cs-134 e Cs-137 superiore al limite stabilito dal regolamento CE n. 737/90, del 22 marzo 1990 relativo alle 4 condizioni di importazione di prodotti agricoli da Paesi terzi, a seguito dell’incidente verificatosi nella centrale nucleare di Cernobyl, così come modificato dal regolamento CE n. 616/2000;
    • Organismi geneticamente modificati, così come definiti all’art. 3 del regolamento CE n. 1829/2003, del Parlamento europeo e del Consiglio del 22 settembre 2003, concernente alimenti e mangimi geneticamente modificati, fatta eccezione per gli alimenti di cui all’art. 47 della citata norma;
    • Nuovi alimenti e nuovi ingredienti alimentari, così come definiti all’art. 1 del regolamento CE n. 258/97 del Parlamento europeo e del Consiglio, per i quali non risulta sia già stata rilasciata un’autorizzazione all’immissione in commercio ad un operatore del settore o ad un’impresa.

Procedura di ritiro e richiamo degli alimenti: cosa devi sapere?

Durante la fase di progettazione del sistema per la sicurezza alimentare, volontario per la certificazione alimentare, oppure obbligatorio con il sistema Haccp ed Harpc, dovrà essere definita la gestione del prerequisito inerente al ritiro e richiamo degli alimenti.

Il primo passo da effettuare per la redazione di un’efficace procedura di ritiro e richiamo degli alimenti dai mercati è quella di definire i ruoli e le responsabilità delle figure, un team per le emergenze che abbia la competenza necessaria per analizzare la segnalazione e o deviazione.

Questa squadra per le emergenze, deve avere la capacità per la comunicazione dell’emergenza a tutte le parti interessate ed attuare le azioni necessarie. L’organizzazione dovrà specificare chi fà cosa quando come.

L’organizzazione dovrà evidenziare l’impegno nella comunicazione con tutte le parti interessate, organi ufficiali, clienti, fornitori, organismi di certificazione e stampa.

Dimostrando, la tempestiva capacità di identificazione dei materiali lungo tutta la filiera. Possibilmente si consiglia di inserire anche strumenti per migliorare questo aspetto per i prodotti in vendita sui mercati, come ad esempio GS1 e Blockchain.

Potranno, nella fase di redazione della procedura di ritiro e richiamo, essere considerate, per le aziende che operano a livello internazionali, operatori in outsourcing che possono intervenire nei vari paesi per occuparsi di possibili rilavorazioni e o smaltimento dei prodotti.

RASFF: attivazione del sistema di allerta alimentare

Alla ricezione in azienda di una segnalazione, che può avvenire tramite mezzi di comunicazione classici, innovativi o da organi ufficiali, l’organizzazione dovrà mettere in atto le seguenti fasi comprese nella procedura di ritiro e richiamo degli alimenti dai mercati:

  • Fase 1 – Ricezione della segnalazione, l’operatore dovrà avere piena coscienza e consapevolezza nel comunicare l’accaduto al responsabile del team per le emergenze;
  • Fase 2 – Analizzare la deviazione ricevuta e definire se sussista un problema per la salute umana e se i prodotti oggetti della segnalazione siano già in commercio oppure no. Nel caso di assenza di rischi per la salute umana, può trattarsi di una deviazione in cui si possa intervenire con una rilavorazione. In entrambe i casi si procederà con il blocco della merce, ed il rientro presso l’organizzazione della stessa. Per la valutazione della presenza di pericoli deve essere anche considerato l’allegato della “Linea Guida Sistema Allerte”;  In caso di pericolo per la salute umana o non escludibile, chimico, biologico o fisico, o presunto tale, prendere atto di quali requisiti sarà necessario rispettare, per esempio la nota ministeriale 2015 o la linea guida per i recall FDA, per il mercato americano;
  • Fase 3 – Contatto ed invio documentazione alla ASL di competenza territoriale;
  • Fase 4 – Blocco immediato degli alimenti per il ritiro e o richiamo dei prodotti;
  • Fase 4 – Comunicazione a tutti i clienti ed in caso di richiamo, dopo la valutazione effettuata, invio dell’allegato 2. alle autorità competenti Nel caso di rischio di tossicità acuta e cronica, al fine di assicurare una più efficace informazione del consumatore potenzialmente interessato, verrà utilizzata la forma di comunicazione che preveda la pubblicazione del richiamo a mezzo stampa, dispacci ANSA, radio, TV tenendo conto del livello di distribuzione raggiunto (locale, regionale, nazionale), ed almeno una delle seguenti modalità di comunicazione:
    • Pubblicazione del richiamo sul proprio sito;
    • Pubblicazione del richiamo su social network;

Nel caso sia necessaria un valutazione scientifica per accertare la sussistenza di un grave rischio, come illustrato nella sezione dell’allegato 1 sotto la voce “grave rischio da accertare”, occorrerà seguire i criteri riportati sul documento EFSA “Risk communication Guidelines” per determinare il livello di rischio.

Nel caso in cui si evidenzi, a seguito della suddetta valutazione, la sussistenza di un rischio alto verrà immediatamente effettuato il ritiro degli alimenti dal mercato e, per quanto riguarda il richiamo si procederà come disposto nella sezione seguente.

In caso di rischio sconosciuto, a titolo precauzionale, e al fine di adottare misure a tutela della salute se il prodotto è andato al consumatore finale, verrà effettuato il ritiro del prodotto dal mercato e, per quanto riguarda il richiamo si procederà come disposto nella sezione seguente.

  • Fase 4 – Rientro dei prodotti in azienda ed in caso di accertato pericolo eliminazione degli stessi o definizione delle azioni da intraprendere;
  • Fase 5 – Eventuale revoca del richiamo;
  • Fase 6 – Valutazione ed analisi delle cause profonde dell’accaduto che possono essere relative ad una fase di processo non rispettata, CCP, PROo, un pre requisito come la sanificazione e o la manutenzione no gestito adeguatamente, materie prime contaminate non idonee alla produzione di alimenti compresi i materiali per il confezionamento, oppure risorse umane non competenti.

Procedura ritiro e richiamo alimenti: come devi allenarti?

Non basta avere definito le responsabilità e le azioni da effettuare in caso di ritiro e richiamo degli alimenti dai mercati. Come un buon atleta, l’organizzazione deve mantenersi in forma analizzando e migliorando le proprie performance compiendo le seguenti attività:

  • Definizione delle modalità di effettuazione delle varie fasi: contatto team per le emergenze ritiro e richiamo, contatto clineti, reperibilità della documentazione, reperibilità di tutti i prodotti, valutazione, decisione e chiusura. Reperibilità di un contatto 24 ore su 24;
  • Definizione dei contatti locali delle autorità competenti alla ricezione della notifica;
  • Definizione dell’accettabilità dei tempi e delle risultanze;
  • Test di tracciabilità da monte a valle con bilanci di massa;
  • Test di allerta’ delle figure responsabili e di reperibilità dei contatti di emergenza, Compilazione dell’allegato II;
  • Test sulla capacità comunicativa coinvolgendo i clienti, fornitori e gli organismi di controllo ufficiali;
  • Attività di revisione, in caso di superamento dei limiti di tempi o di non efficacia del test;
  • L’inserimento dei requisiti nel piano di formazione annuale. Comprendendo anche la capacità di compilazione dei moduli di ritiro degli alimenti.
  • L’inserimento del requisito sull’efficacia della procedura di ritiro e richiamo degli alimenti nell’audit di verifica interna;
  • Il riesame delle risultanze durante il riesame della direzione o la verifica del piano per la sicurezza alimentare per la valutazione della coerenza della procedura di ritiro e richiamo degli alimenti dai mercati.

Si consiglia di effettuare i test sulla procedura di ritiro e richiamo degli alimenti, coinvolgendo tutti quelle figure esterne che possono avere un ruolo in caso di emergenza. Per esempio le ASL, consulenti, laboratorio di analisi ed altri.

Un qualcosa così importante, non ha un ben chiaro requisito da rispettare. Infatti sta all’organizzazione decidere quando effettuare un test di richiamo del prodotto. Nelle organizzazioni che operato sotto controllo veterinario, laboratori che protucono alimenti di origine animale, quest’ultimi verranno effettuati dal veterinario ufficiale.

In ambito volontario, invece, ne norme e standard per la certificazione alimentare ne richiedono l’effettuazione almeno annuale. Infatti gli standard di certificazione BRCGS, IFS, ed FSSC 22000, richiedono la chiusura del test entro le 2 ore. Altro requisito importante, è che mentre, gli organi ufficiali, dovranno essere informati tempestivamente, per gli organismi di certificazione ci saranno a disposizione 3 giorni.