Reati alimentari: Diritto alimentare

I reati alimentari definiscono attività illecite che interessano il comparto della filiera agroalimentare.

Possono essere di pericolo e di danno, ovvero possono interessare la salute del consumatore, compromessa dal consumo di alimenti nocivi, oppure attività atte a trarre vantaggi economici tramite inganno.

Reati alimentari le novità sul diritto alimentare

Il mercato alimentare è tra quelli che genera più profitti, complice la globalizzazione e lo stato geopolitico odierno, sono sempre più importanti misure a tutela che difendano i diritti e la salute dei consumatori.

Per quanto concerne la salute dei consumatori sono molti i requisiti che le aziende devono obbligatoriamente osservare.

A livello comunitario un esempio no sono il pacchetto igiene, con i Reg CE 178/02, ed i Reg CE 852, e Reg CE 853/04. Ai quali sono stati nel tempo aggiunti i Reg CE 1169/11 sull’etichettatura ed i vari regolamenti sui limiti di contaminazioni chimica e microbiologica degli alimenti.

In merito di diritto alimentare invece l’art 8 del Reg CE 178/02 definisce la tutela degli interessi dei consumatori degli stati membri che nel nostro paese è inserita nel Codice Penale.

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Che cosa significa tutela del consumatore?

La tutela del consumatore comprende tutta una serie di attività volte alla difesa di questo ultimo da attività che possono comprometterne sia la salute sia la capacità di acquisto, tramite attività illecite.

Questa tutela quindi comprende tutte le attività che vengono fatte dagli organi competenti come verifica del rispetto dei requisiti obbligatori in ambito alimentare che deve rispettare un OSA, Operatore del Settore Alimentare.

Organi che non si occupano solamente di verificare che non vi siano in atto reati alimentari atti all’immissione di alimenti non igienicamente salubri sul mercato, quindi pericolosi per la salute del consumatore, ma anche che non vengano immessi in commercio alimenti oggetto di frode alimentare, che non necessariamente può avere un impatto su quest’ultima.

Le organizzazioni più strutturate anche adottato dei requisiti volontari, norme e standard di certificazione alimentare.

Raggiungere questi riconoscimenti, rilasciati da organismi terzi di certificazione riconosciuta dal GFSI, Global Food Safety Initiative, organizzazione che opera a livello globale per l’armonizzazione delle regole a tutela dei mercati e della salute dei consumatori, significa fare un passo nei confronti della sicurezza, qualità e legalità alimentare.

Diritto alimentare: che cosa definisce il Codice Penale

Il codice penale è l’insieme di norme obbligatorie che regolano i comportamenti che costituiscono attività illecite. Così come nella branca della salute e sicurezza sul lavoro, la figura che può essere perseguita è il datore di lavoro, o chi ne ha le facoltà, in questo caso specifico l’OSA.

All’OSA l’onere di rispettare i requisiti applicabili di diritto alimentare, partendo dalla Legge n. 283/62, che definisce la disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande, proseguendo per  l’intricata quantità di regolamenti e leggi nazionali ed internazionali che hanno la finalità di proteggere la salute, e le facoltà di acquisto sicuro, del consumatore.

Ogni nazione ha un codice penale che disciplina il comportamento rispetto agli illeciti definendo le sanzioni che tali attività comportano.

Articoli del codice penale definiscono le seguenti tipologie di reato alimentare:

  • art. 439 avvelenamento di acque o di sostanze alimentari;
  • art. 440 adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari,
  • art. 441 adulterazione o contraffazione di altre cose in danno della pubblica salute;
  • art. 442 commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate;
  • art. 444 commercio di sostanze alimentari nocive.
  • art. 452 pene relative ai delitti sopra riportati, nelle ipotesi di comportamenti colposi e non volontari;
  • art. 446 dispone la misura della confisca obbligatoria;
  • art. 448 stabilisce le pene accessorie che può irrogare il magistrato nella sentenza di condanna, unitamente alla pena principale;
  • art. 515 frode nell’esercizio del commercio, reclusione fino a due anni o multa fino a 2.065 euro, pubblicazione della sentenza;
  • art. 516 vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, reclusione fino a sei mesi o multa fino a 1.032 euro, pubblicazione della sentenza;
  • art. 517bis aggravante alla vendita di prodotti industriali con segni mendaci, reclusione anche oltre due anni e multa anche oltre 20 mila euro: in caso di particolare gravità o recidiva specifica, possibile chiusura dello stabilimento da cinque giorni a tre mesi, ma anche revoca dell’autorizzazione che consente lo svolgimento dell’attività, pubblicazione della sentenza

Oltre quanto riportato in questo elenco, vi sono i quadri sanzionatori comunitari, per esempio quello definito dal Dlgs 231/1017 inerente alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori definita nel Reg CE 1160/11, ed il DLgs 27/17 inerente alle indicazioni nutrizionali e sulla salute sui prodotti alimentari.

Novità introdotte nel DLgs 150/2022

La tutela del consumatore inerente ai prodotti agroalimentari, come abbiamo visto è disciplinata dalla Legge 283/62, oggetto di varie modifiche tra le quali, negli anni passati il Dlgs n. 27/21, che abrogava una serie di reati alimentari, tramutandoli in illeciti amministrativi. Le modifiche erano inerenti agli illeciti alimentari riguardanti la vendita di questi ultimi:

  • Con componenti privati di sostanze nutritivi o mescolate ad altre di qualità inferiore o trattate in modo da variarne la composizione naturale;
  • In cattivo stato di conservazione;
  • Con presenza di cariche microbiche superiori ai limiti di legge;
  • Con l’aggiunta di additivi non autorizzati o senza l’osservanza delle norme prescritte per l’impiego.

Fortunatamente queste modifiche sono state abrogate.

Il DLgs n. 150/22 in attuazione della Legge 134/21 facente parte della Riforma Cartabia nell’art.70 del Capo III apporta modifiche alla Legge n. 283/62 inserendo dopo l’articolo 12-bis, introducendo materia di depenalizzazione.

Questa comprenderà: Estinzioni delle contravvenzioni per adempimento di prescrizioni impartite dagli organi accertatori, necessaria alla riduzione dei procedimenti che arrivano a giudizio, per la gestione del carico di lavoro delle procure.

Gli ambiti di materia sono stati definiti  tenendo conto dell’esistenza, a livello di prassi e normativo, di autorità di vigilanza amministrativa e di polizia, come i Nuclei Anti-Sofisticazione e Sanità, NAS, e degli organi competenti accertatori.

Il decreto entrerà in vigore il 1° novembre 2022, ed è scaricabile a questo link. Nell’art. 96 viene definito inoltre:

  • Le disposizioni dell’art 70 non potranno essere applicate ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del decreto nei quali sia già stata esercitata l’azione penale;
  • Nelle more dell’adozione del decreto di cui all’articolo 12-quinquies, comma 4, della legge 30 aprile 1962, n. 283, si applicano, in quanto compatibili, i decreti del Ministro della giustizia 26 marzo 2001, pubblicato nella Gazzetta ufficiale 5 aprile 2001, n. 80, e 8 giugno 2015, n. 88, pubblicato nella Gazzetta ufficiale 2 luglio 2015, n. 151.”

Potranno infine, per consentire l’estinzione delle contravvenzioni oggi in essere sono concessi sei mesi prorogabili per un periodo non superiore a ulteriori sei mesi.

L’intento della riforma è quello di effettuare attività mirate, alleggerendo tutte quelle attività che per forma, o altre motivazioni, intasano le procure senza arrivare all’obiettivo prefissato.

Reati alimentari come tutelare il mercato?

Come può un imprenditore, prevenire un reato alimentare? Ci sono degli strumenti che possono essere utili? Ci sono degli strumenti che possono aiutarti in questa prevenzione, ricordando, che le conseguenze del non rispetto dei requisiti obbligatori possono avere un impatto catastrofico.

Salute dei consumatori, perdita di immagine, sanzioni, chiusura aziendale.

Unica arma? Dimostrare di aver fatto quanto necessario a tutela dei consumatori. E degli ottimi strumenti sono quelli di adottare norme e standard di certificazione alimentare, che ti permettano di mettere ordine e di gestire pro attivamente i requisiti obbligatori che sei tenuto a rispettare.

Questi strumenti saranno fondamentali anche per adottare un modello organizzativo gestionale secondo il DLgs 231/01 ed ottenere l’esimenza come datore di lavoro per questi reati.