Granchio blu atlantico: impatti ed opportunità

Il granchio blu atlantico rappresenta una delle specie venuta alla ribalta negli ultimi mesi. Definita una specie aliena, non autoctona, che sta invadendo il bacino del Mediterraneo e le coste italiane.

Da decenni, il granchio blu ha giocato un ruolo chiave nell’industria della pesca, in particolare lungo le coste nordamericane, considerato un fulcro di molte economie costiere.

Onnivoro con gradi capacità di riproduzione, la sua invasione ha già creato gravi impatti all’ecosistema e alla biodiversità esistente nelle nostre coste.

Granchio blu atlantico impatti ed opportunità

Oltre al suo valore commerciale, e impatto alla biodiversità nasconde storie di migrazioni, di adattamenti e di una complessa interazione con l’ambiente che lo circonda.

Nell’articolo cercheremo di comprendere a fondo le tematiche che sono intorno al granchio reale blu di interesse ambientale, ma anche per cogliere le molteplici opportunità che esso offre.

Provenienza del granchio blu dell’Atlantico

Il granchio blu dell’Atlantico, scientificamente Callinectes sapidus, è originario delle acque dell’Oceano Atlantico occidentale, estendendosi dalle coste del Canada fino all’Argentina.

Si trova abbondantemente nella regione della baia di Chesapeake, negli Stati Uniti.

Questo granchio reale è facilmente riconoscibile per il suo brillante blu-verde sul carapace e le chele azzurre. Le femmine hanno punte delle chele di colore arancione o rosa.

Possiede cinque paia di zampe, tra cui un paio di chele ampie e potenti. La forma del carapace è ovale, e ha una serie di spine lungo il margine anteriore.

La sua particolarità non è solo data dal colore azzurro intenso delle sue chele, ma anche dalla sua versatilità.

Ha un ciclo di vita unico, passando attraverso diverse fasi e habitat prima di raggiungere la maturità. Questa capacità di adattarsi a diversi ambienti lo rende una specie ecologicamente importante, ma anche una risorsa potenzialmente preziosa per l’industria alimentare.

Opportunista ed onnivoro, facilmente adattabile, particolarmente ghiotto di avannotti, uova di pesce, crostacei, molluschi come cozze e vongole, alghe, noto per il suo comportamento scavatore, crea piccole buche nel substrato, cresce e si riproduce molto velocemente, gli esemplari femmina possono deporre fino a 2 milioni di uova all’anno.

Può vivere sia nelle acque salmastre che in quelle dolci a temperature dai 3 ai 35° C.  La larghezza del carapace può raggiungere fino ai 25 cm negli esemplari adulti per un chilogrammo di peso.

Perché il granchio blu si sta diffondendo nel mediterraneo e anche in Italia?

Mentre è una specie nativa nelle sue aree di origine, in altre regioni, come nel Mediterraneo, il suo arrivo è considerato invasivo. La sua introduzione in nuovi ecosistemi ha già avuto impatti significativi su specie locali e dinamiche trofiche.

La presenza crescente nel Mediterraneo, e specificamente nelle acque italiane, è un fenomeno complesso attribuibile a diverse cause:

  • Cambiamenti climatici: Il riscaldamento delle acque del Mediterraneo dovuto ai cambiamenti climatici ha reso queste zone più ospitali per specie che tradizionalmente non erano presenti. La temperatura più elevata dell’acqua può favorire la diffusione di specie aliene come quelle del granchio blu.
  • Traffico marittimo: Il trasporto marittimo è uno dei principali vettori di introduzione di specie estranee nell’habitat. Queste specie possono essere trasportate involontariamente attraverso l’acqua di zavorra delle navi, che viene prelevata in un luogo e poi rilasciata in un altro, oppure attraverso ancoraggio o scafo, introducendo organismi non autoctoni in nuovi ecosistemi.
  • Concorrenza ridotta: In alcune aree del Mediterraneo, la sovrappesca ha portato a una diminuzione delle specie native, creando un “vuoto ecologico”. Molte specie che si nutrono di questo granchio, per esempio varie specie di uccelli costieri e acquatici vi si nutrono, in particolare quando i granchi sono giovani o di piccole dimensioni. Varietà di pesci predatori, in particolare nelle loro fasi larvali e giovanili, che includono tamburi rossi, spigole striate, cernie, barracuda e razze, cefalopodi come i polpi, sono diminuite lasciando ampia crescita a questi granchi.
  • Adattabilità della specie: Il granchio blu è noto per la sua capacità di adattarsi a diversi ambienti salini, rendendolo una specie particolarmente resistente e capace di colonizzare nuove aree.
  • Possibili introduzioni umane: Sebbene non sia la causa principale, ci possono essere stati casi in cui il granchio blu è stato introdotto intenzionalmente o accidentalmente da attività umane, come l’acquacoltura o il commercio di esemplari vivi.

La diffusione del granchio blu atlantico nel Mediterraneo è un esempio emblematico di come le attività umane e i cambiamenti ambientali possano influenzare la distribuzione delle specie marine, con potenziali ripercussioni sugli ecosistemi locali.

Perché il granchio blu atlantico è un rischio per l’ecosistema marino?

L’espansione del granchio blu in nuove aree può comportare una minaccia per gli ecosistemi locali. Essendo un predatore vorace, può influire negativamente sulla popolazione di molluschi e piccoli pesci, alterando la catena alimentare.

La sua presenza può causare un impatto sui fondali marini e lagunari. Questo granchio è noto per scavare buche nel sedimento, il che può influire sulla composizione e distribuzione del substrato subacqueo, alterando l’habitat per altre specie e interferendo con le specie vegetali.

Ecco alcuni dei principali impatti ambientali e sulle specie ittiche, molluschi e crostacei:

  • Alterazione della catena alimentare: Come predatore vorace, il granchio blu può ridurre significativamente le popolazioni di piccoli pesci, molluschi e altri crostacei su cui si nutre. Ciò può alterare l’equilibrio delle catene alimentari, riducendo la disponibilità di cibo per predatori di livello superiore.
  • Concorrenza con specie native: può competere con specie di crostacei locali per le risorse alimentari e gli habitat. Questa competizione può portare al declino o addirittura alla scomparsa di specie native, alterando la biodiversità.
  • Impatto sul substrato marino e lagunare: ha l’abitudine di scavare buche nel sedimento per rifugiarsi o cercare cibo. Questo comportamento può influire sulla struttura del substrato marino, alterando l’habitat per altre specie e potenzialmente danneggiando le praterie marine e lagunari, fondamentali per la scambio del carbonio e l’habitat di molte specie.
  • Diffusione di patogeni: Le specie invasive possono introdurre nuovi patogeni o parassiti in un ecosistema. Questi patogeni possono avere effetti negativi sulle specie locali che non hanno sviluppato difese contro di essi.
  • Impatti economici: Dal punto di vista economico, la presenza del granchio blu può influire negativamente sulle industrie della pesca e dell’acquacoltura locali. La predazione o la competizione con specie di valore commerciale può ridurre le catture e, quindi, i profitti.
  • Alterazione degli ecosistemi: Oltre agli impatti diretti, l’introduzione di specie invasive può innescare una serie di cambiamenti a cascata nell’ecosistema. Ad esempio, la riduzione di una specie di mollusco preda potrebbe influire sulla dieta dei predatori di livello superiore, portando a cambiamenti nella struttura della comunità e nelle dinamiche trofiche.

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Quali sono le altre specie invasive marine?

Il Mediterraneo è una delle aree marine più colpite dall’invasione di specie non autoctone.

Questo fenomeno è in parte dovuto alla sua posizione geografica, al traffico marittimo intenso e ai cambiamenti climatici che rendono unico questo che funge come un ‘acquario’ per tutte le specie marine. Ecco alcune specie invasive che sono apparse nel Mediterraneo negli ultimi decenni:

  • Lessepsiane: Queste specie sono entrate nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez dal Mar Rosso. Alcune delle specie Lessepsiane più note includono: Siganus luridus e Siganus rivulatus (due tipi di pesci coniglio), Fistularia commersonii (pesce trombetta), Pterois miles (pesce scorpione o pesce leone).
  • Macrofite: Alcune alghe marine provenienti da altre regioni hanno invaso il Mediterraneo, come la Caulerpa taxifolia, un’alga tropicale che si è diffusa rapidamente lungo la costa.
  • Crostacei: Percnon gibbesi (granchio piatto), Erugosquilla massavensis (mantis shrimp del Mar Rosso).
  • Molluschi: Brachidontes pharaonis (mitilo), Strombus persicus (lumaca di mare).
  • Pesci: Lagocephalus sceleratus (pesce palla argentato o pesce palla cornuto), Torquigener flavimaculosus (altre tipologie di pesce palla).
  • Cnidari: Rhopilema nomadica (medusa nomade), proveniente dal Mar Rosso.

La lista delle specie aliene nel Mediterraneo è molto lunga e continua a crescere con il passare degli anni.

Caratteristiche delle carni del granchio azzurro

La parte del granchio blu più comunemente consumata è la carne delle sue chele, anche se il corpo contiene carne bianca e deliziosa che viene spesso utilizzata in varie preparazioni culinarie, come le famose “crab cakes” (polpette di granchio).

In alcune tradizioni culinarie, anche il “lump” o il “backfin” (carne dal corpo del granchio) è particolarmente ricercato per la sua qualità superiore e viene utilizzato in una varietà di piatti.

Le sue carni sono conosciute per la sua dolcezza, consistenza e il suo sapore ricco, con una consistenza definita liscia o vellutata, che possono essere preparate in svariate modalità: bollitura, vapore, grigliate, fritte o come ingrediente in zuppe, insalate e salse.

La carne bianca, proviene principalmente dalle chele e ha una testure particolarmente tenera e un sapore dolce. Questa carne è spesso la più ricercata e può essere consumata direttamente dalla chela o utilizzata in preparazioni culinarie come torte di granchio.

Carne del corpo, invece è più scura rispetto a quella delle chele e ha una testure leggermente più granulosa. Tuttavia, conserva quel distintivo sapore dolce di granchio.

Il valore nutrizionale del granchio blu è una fonte eccellente di proteine magre e contiene vari nutrienti essenziali, tra cui vitamine (come la B12), minerali (come lo zinco e il selenio) e acidi grassi omega-3. È inoltre bassa in calorie e grassi saturi.

In genere viene consumato fresco, o surgelato per permettere il consumo nella grande distribuzione, ma può essere trasformato o utilizzato come ingrediente di svariati altri alimenti.

Quali sono le opportunità relative al commercio del granchio blu?

Nonostante i potenziali impatti ecologici, il granchio blu offre notevoli opportunità commerciali. Un ragionamento che va fatto, perché per trovare modalità di gestione di una criticità che ormai è già presente non sarà né semplice e né veloce.

Con una carne tenera e saporita, questa tipologia di granchio atlantico è molto apprezzata nella gastronomia. Di conseguenza può aprire molte opportunità per il comparto della pesca e dell’industria alimentare correlata.

Va detto anche che l’Italia non è un grande consumatore di questi prodotti, mentre i paesi oltre oceano sì, dove la sua crescente domanda ha portato alla creazione di imprese di pesca dedicate e alla valorizzazione di tecniche di allevamento sostenibili, che però non coprono i fabbisogni nazionali.

Le organizzazioni del comparto ittico che vorranno cogliere questa opportunità, interfacciandosi con i mercati per lo più americano dovranno seguire le attività specifiche di questa regione a stelle e strisce, tra cui: registrazione FDA, implementazione della norma FSMA, che comprende l’azione di un sistema per la valutazione dei rischi secondo i principi HARPC (Hazard Analysis and Risk-Based Preventive Controls) e non HACCP (Hazard Analysis Critical Control Points), nomina del PCQI ed FDQI.Tutte le organizzazioni operanti nel comparto dovranno prima di tutto essere conformi ai requisiti definiti dal Regolamento CE 853/2004.

Oltre che i requisiti obbligatori ci sono anche altri strumenti che possono essere utili per la tua azienda che opera nel settore pesca o di trasformazione di questo prodotto, ovvero:

  • Certificazione BRCGS Food. Diventata quasi necessaria per poter operare nel comparto anglosassone come trasformatore e confezionatore.
  • Certificazione IFS Food. Standard alimentare importante, gemello del precedente ma che trova la sua adozione più a livello comunitario.
  • Certificazione FSSC 22000. Sistema di gestione per la sicurezza alimentare riconosciuto da GFSI (Global Food Safety Initiative) come i precedenti ma che si basa sui requisiti della norma ISO 22000 e dei requisiti tecnici ISO 22002 e PAS.
  • Certificazioni per il comparto ittico e catena di custodia, quali MSC, ASC, Friend of The Sea.

Sistemi & Consulenze può seguire la tua organizzazione sia che per i requisiti obbligatori rispetto alla tua realtà aziendale sia per quelli volontari presenti nell’elenco sopra riportato.