La filiera del sughero comprende attività del settore primario, boschivo, realtà di lavorazione del materiale e di utilizzo come componente edilizio isolante, a scopo enologico e nella filiera delle calzature.
Le certificazioni della filiera del sughero sono molto importanti in quanto possono valorizzare un’organizzazione che opera in questo contesto, aiutandone la crescita ed aumentandone i profitti.
Che cosa è il sughero? Il sughero è un prodotto naturale che ha molti utilizzi, in ambito alimentare, edile, e nella filiera della moda soprattutto quella delle calzature. Oltre che trovare utilizzo anche nel fitness e nell’oggettistica varia.
Ma come viene prodotto questo materiale? E quali sono le certificazioni della filiera del sughero che possono valorizzare le organizzazioni?
Iniziamo con il dire che il sughero è il ‘frutto’ della corteccia della sughera, quercia, appunto. Questa tipologia di albero si trova prevalentemente nel bacino del mediterraneo, trovando la sa massima densità nella Spagna e Portogallo. Ma è ben presente anche in Marocco ed in Italia.
In Italia la massima presenza è in Sardegna, ma sono molto attive anche la Toscana, il Lazio e la Sicilia.
La raccolta del sughero non danneggia l’albero, in quanto non sarà la corteccia, o buccio, ad essere cavata, ma è la parte che dopo le piogge di maggio ed i primi caldi di giugno si distacca dalla corteccia vera e proprie.
Il processo di cavatura dura all’incirca un mese, a seconda dei fattori caldo ed umidità, una volta che la corteccia sarà di nuovo incollata al sughero non potrà più essere effettuata.
La quercia da sughero raggiunge la maturità dopo circa 25 anni, e ci possono essere due tipologie di impianti, di coltivazione, grazie anche ai fondi europei per massimizzare le produzioni, e spontanei.
Il primo sughero cavato dalla pianta viene definito maschio, utilizzabile solamente per scopi edili, ornamentali o da impasti. Dopo ogni 9 – 12 anni, i successivi, la pianta producerà il sughero definito femmina, utilizzabile per lo scopo primario di enologia.
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Tappi, Rondelle, Blocchi, Graniglie: dove vengono utilizzati?
Benché il guadagno più importante per le organizzazioni che operano nella filiera del sughero sia quello relativo all’enologia, l’utilizzo in questo ambito è solamente del 20%, in quanto, la qualità richiesta nell’enologia è molto alta.
Vediamo quali sono gli utilizzi dl sughero nell’industria:
- Utilizzo primario, enologia, inteso come produzioni di tappi, che possono essere in forma intera, oppure formati da parti impastate chiuse da rondelle li sughero;
- Utilizzo secondario, edilizia, per la produzione di pannelli isolanti, scarto dell’utilizzo primario e materiale non rispondente alle specifiche richieste dallo stesso. Possono essere creati granulati, pannelli isolanti di varie grandezze e vari spessori, utilizzati per l’isolamento termoacustico;
- Utilizzo secondario, moda, impasti, o incollature di solette utilizzate per la creazione di zeppe, plantari ed accessori per la calzatura e fogli accoppiati a tessuti;
- Utilizzo secondario, oggettistica, impasti vari, oppure utilizzo per la creazione di gadget, presepi, vassoi e altro.
In pratica, chi opera in questo settore, adotta principi di economia circolare da molto molto tempo. In quanto, neppure una graniglia di questo materiale diventerà mai un rifiuto.
Quali sono i processi di lavorazione della filiera del sughero?
In questa area approfondiremo le fasi di lavorazioni effettuate dalle aziende della filiera del sughero, per l’utilizzo primario, quindi in enologia.
Come abbiamo già detto il periodo di cavatura del sughero avviene in un periodo molto ristretto, e cercheremo di riassumere quelli che sono le fasi di lavorazione da pianta a tappo:
- Cavatura e stoccaggio primario, cavatura della femmina, secondo le disposizioni dettate dagli organi di controllo, in genere il doppio della circonferenza. Dalla pianta le plance di sughero verranno spostate in delle piazzole, dove avverrà la selezione nelle varie qualità del frutto. La selezione avverrà in funzione dello spessore, calibrato, sottile per solette, e della presenza assenza di difetti, nodi, bolle, foratura da infestanti, densità. Il prodotto scadente verrà inviato ai mulini per l’ambito edile o da impasti;
- Stoccaggio secondario, i bucci vengono stoccati in stive, per tipologia quantitativa, alzate da terra, per un periodo tra i sei mesi ed un anno, con la parte coriacea rivolta verso l’alto, per protezione alla pioggia. Questa fase sarà fondamentale per l’asciugatura delle plance di sughero;
- Preparazione alla bollitura, in questa fase gli operatori della filiera del sughero stiveranno in specifici pallet di acciaio, il sughero, per avviarlo alla bollitura;
- Bollitura in acqua, che può durare da un’ora a varie ore, a seconda della tipologia di sughero. Questa fase è fondamentale per la rimozione delle impurità, organismi, delle sostanze tanniche, e per ammorbidirlo al processo di lavorazione e spianamento. Le caldaie possono essere alimentate da carburanti classici, oppure dalle polveri scarto dei mulini per la creazione;
- Maturazione, fase che avviene protetta dove le pedane vengono stoccate in magazzini protetti, e coperte per favorire il processo di maturazione e produzione di muffe, fondamentale per continuare a buttare fuori l’impurità. In questa fase si utilizzeranno dei pesi sopra le pedane per migliorare lo spianamento delle plance di sughero;
- Lavorazione, questa è una fase differenziata a seconda delle tipologie di sughero:
- Tappi interi. Le plance con spessore sufficienti per la creazione del tappo, calibrato, vengono tagliate rispettando le fibre della plancia. Dopo di che vendono fustellate. Da questa operazione ‘nascono’ i tappi interi, che subiranno un’ulteriore selezione, la rifilatura, ulteriore asciugatura, disinfezione, timbratura e lubrificatura, prima di essere considerati un tappo enologico pronto;
- Solette per la creazione di rondelle da tappo, e blocchi non impastati. In questo caso, verranno utilizzate le plance più sottile, il taglio verrà effettuato cercando di sfruttare a pieno tutta la parte disponibile, in quanto non c’è bisogno di rispettare le fibre. Queste strisce verranno poi sfogliate. Dopo la creazione della soletta, verrò effettuata una selezione tra le solette utilizzate per la creazione delle rondelle e dei blocchi incollati. Quelle selezionate per le rondelle subiranno una fustellatura, selezione e rifilatura, prima di essere avviate alla fase di produzione dei tappi 1 + 1;
- Tappi 1 + 1. Questa tipologia di tappi è formata dalla creazione di un cilindro formato da due rondelle di sughero, inizio fine, o due fine per bottiglie di bollicine, ed al centro una parte formata da sughero macinato ed impastato. Il prodotto verrà incollato, pressato, rifilato, dopodiché seguirà il medesimo processo dei tappi interni. Questa tipologia di prodotto, permette una produzione di tappi di sughero ad un prezzo di mercato più basso, grazie al possibile utilizzo di più materiale, anche con presenza di difetti;
- Scarti, tutti gli scarti delle fasi precedenti saranno utilizzati per la creazione di graniglie da impasti o per utilizzo edile, o per la creazione di blocchi per il comparto delle calzature.
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Le certificazioni della filiera del sughero, dove possiamo seguirti, che possono valorizzare il comparto possono dividersi un tre grandi macro aree.
Vediamole:
- Certificazioni di sistema. Le organizzazioni che operano nella filiera possono godere dei benefici delle certificazioni classiche sui sistemi di gestione come la ISO 9001, qualità, ISO 14001, ambiente, ISO 45001, salute e sicurezza sul lavoro, ISO 22000, sicurezza alimentare. Utili per dare una linea strategico organizzativa per la gestione dei requisiti obbligatori applicabili e per il loro miglioramento;
- Certificazioni in ambito alimentare. In ambito alimentare, il sughero utilizzato in enologia, rientra nell’ambito del materiale a contatto, quindi le certificazioni FSSC 22000 con scopo packaging, IFS PACsecure, e BRC Packaging, favoriranno le organizzazioni della filiera del sughero sui mercati e per la qualifica come fornitore;
- Certificazioni per la sostenibilità. Questa filiera nasce dall’ambito primario ed arriva all’industria. Sono fondamentali quindi tutti gli standard per la sostenibilità alimentare, sociale ed ambientale, come la certificazione Global Gap.