Il mobility manager, è una figura specializzata nel trovare e promuovere soluzioni per la mobilità sostenibile, delle risorse impiegate in una organizzazione pubblica e privata. Inerenti alle tratte casa lavoro casa degli addetti.
I flussi di traffico sono un impatto ambientale notevole. I gas di scarico sono tra i responsabili dell’innalzamento delle temperature, cambio climatico, che mina l’ecosistema.
L’introduzione di questa figura, nell’ottica della transizione ecologica, è stata necessaria, per portare questa tematica, nel focus aziendale.
Permettendo così di considerare, l’impatto ambientale di un’organizzazione, coinvolgendo anche il movimento delle risorse umane per recarsi a lavoro.
Una sorta di valutazione di impronta ambientale, come viene effettuata in ambito Carbon Foot Print, con la medesima considerazione di responsabilità del datore di lavoro, come avviene per i requisiti di salute e sicurezza sul lavoro.
Il lavoro del mobility manager, sarò quindi necessario, per ridurre l’impatto ambientale derivante dal traffico privato, delle persone che si recano a lavoro, nelle aree urbane e metropolitane.
Favorendo interventi organizzativi, in favore della richiesta di azioni atte a migliorare la mobilità collettiva.
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Quali realtà devono nominare un Mobility Manager?
La figura del Mobility Manager non è una nuova figura, infatti nasce, a seguito degli Accordi di Kyoto del 1997, per ridurre le emissioni inquinanti, in Italia, con il DM 27.03.1998.
Con questo decreto, il manager per la mobilità sostenibile, operava, per le motivazioni che abbiamo visto sopra, negli enti pubblici con più di 300 dipendenti, nelle aziende con più di 800 risorse impiegate, nei comuni considerati a rischio inquinamento.
Con il Decreto Rilancio del 12 maggio 2021 Ministero della Transazione Ecologica indica le modalità attuative delle disposizioni relative alla figura del mobility manager, mutandone anche l’adozione.
Infatti la sua adozione è stata definita obbligatoria, dal 1 Gennaio 2022, per tutte quelle realtà che hanno un numero uguale o superiore di con 100 dipendenti siti in comuni, capoluoghi di regione, provincia, e città metropolitane con popolazione superiore a 50 mila abitanti.
Contestualmente il requisito verrà anche richiesto durante gli audit di certificazione ambientale ISO 14001, che puoi approfondire a questa pagina.
Di che cosa si occupa il manager della mobilità sostenibile?
Il Decreto, definisce 2 tipologie di manager per la mobilità sostenibile. Il manager aziendale, che dovrà occuparsi della mobilità sostenibile dell’azienda in cui è disegnato.
Ossia la figura specializzata nella promozione della mobilità sostenibile, che grazie al suo lavoro può contribuire a ridurre il traffico nelle aree urbane e metropolitane;
Il manager d’area, che si occuperà del territorio nel quale è stato designato, e che quindi potrà avere una visione più trasversale, per poter attuare attività di abbattimento del traffico e degli impatti ambientali derivanti da esso.
Viene anche definito il PSCL, ovvero, il piano degli spostamenti casa lavoro. Il documento, che annualmente dovrà essere rivisto, dalle organizzazioni, con scadenza al 31 dicembre di ogni anno, della pianificazione ed attività per gli spostamenti dei propri lavoratori.
Il manager dovrà quindi effettuare una valutazione iniziale e mettere in atto attività per l’abbattimento dell’inquinamento proveniente dal traffico, che potranno comprendere:
- Trovare soluzioni di trasporto urbano, inoltrando richieste al manager d’area;
- Trovando soluzioni di trasporto alternativo, per esempio mezzi elettrici di vario genere, od a minore impatto;
- Effettuando formazione e sensibilizzazione per l’imitare i movimenti con mezzi personali, non sfruttati pienamente e coerentemente;
- Mettere in atto attività di promozione per la sostituzione mezzi inquinanti.
Che cosa è il piano degli spostamenti casa lavoro?
Chi di noi non è rimasto intasato nel traffico, soprattutto a determinati orari, ed in determinate zone, crocevia di aree industriali o ricche di aziende? E quanti di noi si rendono conto che sia nella nostra, che nelle altre macchine, l’unica persona a bordo è il conducente?
L’industria automobilistica a fatto molto, ma come sempre, molto dipende dal comportamento dell’uomo. Senza riconsiderare le mobilità utilizzate per recarsi a lavoro, non potranno essere abbassati taluni impatti ambientali inutili.
Il piano degli spostamenti casa lavoro, è uno strumento di pianificazione ed attuazione, atto alla riduzione del traffico privato proveniente dalle risorse impiegate in azienda. Questo dovrebbe comprendere:
- Nomina del mobility manager, che assisterà l’organizzazione del settore pubblico, e del settore privato, nelle attività di analisi, pianificazione, decisione, attuazione, misurazione e miglioramento delle attività per la mobilità sostenibile per il personale dipendente, ma anche per i fornitori ed eventuali visitatori;
- Attività di valutazione iniziale dello stato della mobilità;
- Condividere le soluzioni, focus group, con le parti interessate, per trovare spunti di miglioramento;
- Attività atte a indirizzare gli spostamenti casa lavoro casa, delle risorse umane dipendenti, volte alla sensibilizzazione, ed all’utilizzo, di sistemi di mobilità sostenibile, rispetto al trasporto convenzionale, ed all’offerta del trasporto pubblico territoriale;
- Valutazione dei benefici, vantaggi e svantaggi, in termini di tempo, costo, comfort, impatto, dovuti dall’attuazione delle attività effettuate, in ambito privato che di pubblica amministrazione;
- Revisione delle attività periodiche.
Attuando le giuste attività si potrà intervenire non solo contribuendo alla diminuzione dell’emissione in atmosfera di gas nocivi, ma alla diminuzione degli incidenti, e gli effetti causati da essi, risparmiando molto tempo, velocizzando l’arrivo al lavoro.