Abbiamo volutamente atteso a scrivere un articolo che trattasse la tematica della gestione del Coronavirus covid 19, e l’impatto che possa avere sulla salute e sicurezza sul lavoro e sulla la sicurezza alimentare.
Attesa dovuta al recepimento di quelle che possano essere delle regole efficaci non guidate dalla ‘pazzia’ esplosa soprattutto dopo le dichiarazioni dell OMS dello stato di pandemia.
Dichiarazioni e regolamenti divulgati su canali non ufficiali e come sempre più spesso accade da fonti ufficiose, estrapolate le interviste e o dichiarazioni estrapolate.
O provenienti da pseudo esperti virologi che il giorno prima erano esperti in altri settori, come economia, sport, alimentazione e gossip.
Che probabilmente, non rendendosi conto dei danni che fanno continuano ad elargire a vanvera informazioni incomplete, prive di fondamento e spesso contraddittorie. Alla ricerca solamente di visibilità personale, ed ancor peggio, di seguito per i propri siti e canali social.
Vuoi ricevere informazioni sui nostri servizi?
Prenota una call gratuita con un nostro consulente.
Coronavirus: che cosa è il covid 19?
I coronavirus fanno parte della famiglia dei virus e possono essere causa di differenti patologie infettive, che possono spaziare dal raffreddore alla sindrome respiratoria del Medio Oriente, MERS e alla sindrome respiratoria acuta grave SARS. I sintomi più riscontrabili e comuni per l’omo, sono di natura respiratoria e febbrili. Le infezioni più gravi possono portare a polmoniti, insufficienze renali e morte.
Le vie di trasmissione del coronavirus Covid 19, sono dovute ad un contatto diretto tra persona infetta ed una persona sana. Soprattutto nella classe di persone più a rischio.
Deve essere quindi limitato ogni tipologia di contatto, di avvicinamento oltre un metro tra le persone ed il toccarsi le mani e gli occhi. Il coronavirus deriva da virus che aggredivano gli animali che sono mutati in patogeni infettivi per l’uomo. Non vi sono rischi per la trasmissione da e per gli animali domestici.
Sono considerate persone a rischio di sviluppo della patologia COVID 19 quelle che si siano recate in zone dove il contagio da coronavirus risulti più attivo, o che abbiano soggiornato o frequentato ambienti ove siano stati segnalati contagi. La pericolosità della patologia è più grave nelle persone oltre gli 80 anni.
La prevenzione è l’unico strumento per limitare ed isolare il contagio. Il virus ha la capita di entrare nel corpo attraverso gli occhi, il naso e la bocca.
Deve quindi essere evitato il tocco di queste aree con le mani non lavate. Evitando anche abbracci, strette di mano e la vicinanza tra le persone sotto un metro.
L’azione di prevenzione più importante è quella del lavaggio e della disinfezione delle mani frequentemente. Questa operazione deve essere effettuata per un arco di tempo tra i 40 ed i 60 secondi utilizzando sanificanti, disinfettanti e o sostanze che contengono una percentuale minima del 60% di alcol.
Molte disposizioni sono state diramante a favore del contenimento del contagio da coronavirus. Richiedendo alla popolazione di limitare alla necessità urgente gli spostamenti.
Consigliando anche di proteggere le vie respiratorie. Disposizioni che hanno definito la chiusura delle scuole con l’ingresso dell’utilizzo di strumenti per le lezioni in conference. La possibilità là dove possibile di utilizzare metodiche di lavoro in smart working. Ma non tutte le categorie di lavoratori possono permettersi di lavorare da casa.
Ci sono categorie di operatori che oggi sono essenziali. Direttamente per la prevenzione, limitazione e lotta al contagio da coronavirus, ovvero tutto il personale sanitario. Indirettamente per tutte quelle realtà del comparto dei servizi a supporto, per esempio le forze dell’ordine, carburanti, servizi essenziali, o di approvvigionamento, come per esempio le realtà della filiera agroalimentare.
Quali sono i requisiti per la salute e sicurezza sul lavoro?
Oltre che occuparsi di limitare il contagio da coronavirus covid 19 deve essere anche assicurata la continuità lavorativa, là dove si può, altrimenti ci sarebbero ulteriori ripercussioni sociali.
Continuità lavorativa si, ma non a scapito dell’incolumità degli addetti ai lavoratori. Il pericolo da coronavirus, quindi, entra negli aspetti da valutare per il rispetto dei requisiti obbligatori sulla salute e sicurezza sul lavoro, approfonditi dalle linee guida della norma ISO 45005.
È stato siglato il protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid 19 negli ambienti di lavoro.
Il protocollo definisce l’obbligo per le organizzazioni di garantire misure efficaci per la salute e sicurezza dei lavoratori in tutte le aziende. Sono stati individuati 13 punti di seguito riassunti:
- Obbligo di rimanere al proprio domicilio in presenza di febbre (oltre 37.5 gradi) o altri sintomi influenzali e di chiamare il proprio medico di famiglia e l’autorità sanitaria;
- Il personale, prima dell’accesso al luogo di lavoro, potrà essere sottoposto al controllo della temperatura corporea;
- Per l’accesso di fornitori esterni si devono individuare procedure di ingresso, transito e uscita, mediante modalità, percorsi e tempistiche predefinite, al fine di ridurre le occasioni di contatto con il personale. Va ridotto anche l’accesso ai visitatori;
- L’azienda assicura la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro (comprese tastiere, schermi touch, mouse), delle aree comuni e di svago e dei distributori di bevande e snack;
- E’ obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani. L’azienda mette a disposizione idonei mezzi detergenti;
- Qualora il lavoro imponga una distanza interpersonale minore di un metro e non siano possibili altre soluzioni organizzative è necessario l’uso delle mascherine e di altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici) conformi;
- L’accesso agli spazi comuni, comprese le mense aziendali, le aree fumatori e gli spogliatoi è contingentato, con la previsione di una ventilazione continua dei locali, di un tempo ridotto di sosta e con il mantenimento della distanza di sicurezza di un metro tra le persone;
- Limitatamente al periodo dell’emergenza Covid-19, le imprese potranno disporre la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o, comunque, di quelli dei quali è possibile il funzionamento mediante il ricorso allo smart working, o comunque a distanza;
- Si può procedere a una rimodulazione dei livelli produttivi. Bisogna assicurare un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione con l’obiettivo di diminuire al massimo i contatti e di creare gruppi autonomi, distinti e riconoscibili;
- Utilizzare in via prioritaria gli ammortizzatori sociali o se non fosse sufficiente utilizzare i periodi di ferie arretrati e non ancora fruiti;
- Sospese e annullate tutte le trasferte e i viaggi di lavoro nazionali e internazionali, anche se già concordati o organizzati. Non sono consentite neanche le riunioni in presenza (solo quelle urgenti ma con un numero ridotto di persone e a un metro di distanza interpersonale);
- Si favoriscono orari di ingresso/uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni (ingressi, spogliatoi, sala mensa);
- Nel caso in cui una persona presente in azienda sviluppi febbre e sintomi di infezione respiratoria come la tosse, lo deve dichiarare immediatamente all’ufficio del personale, si dovrà procedere al suo isolamento e a quello degli altri presenti dai locali. L’azienda avverte immediatamente le autorità sanitarie competenti e i numeri di emergenza per il Covid-19 forniti dalla Regione o dal Ministero della Salute. È costituito in azienda un Comitato per l’applicazione e la verifica delle regole del protocollo di regolamentazione con la partecipazione delle rappresentanze sindacali aziendali e del Rls.
Quali sono i requisiti per la sicurezza alimentare?
Per quanto riguarda invece l’ambito della sicurezza ed igiene alimentare nei confronti di possibili contaminazioni da Coronavirus, al momento non si ha nessun riscontro in merito di trasmissione da alimento. Consigliamo però ai consumatori il consumo di alimenti seguendo le buone pratiche di igiene.
Igienizzazione dei prodotti vegetali da consumare crudi. Il rispetto dei tempi e delle temperatura di cottura delle carni. Il rispetto delle temperature e delle modalità di conservazione degli alimenti, soprattutto dopo aperti. Nonché la protezione delle vie aeree in caso di raffreddori e o infezioni delle viee aeree.
Le organizzazioni della filiera alimentare invece, oltre che mettere in atto le disposizioni per la prevenzione del contagio da coronavirus disposte per la salute e sicurezza sul lavoro, devono continuare ad attuare, in verità, le regolamentazioni interne di igiene comportamentale. Vediamo di riassumerle:
- Gli operatori potranno comunicare al responsabile eventuali stati di alterazione delle vie respiratorie e saranno così allontanati dal lavoro;
- Gli operatori dovranno comunicare al responsabile di aver effettuato viaggi nelle aree a rischio sia estere sia italiane negli ultimi tre mesi;
- Gli operatori saranno riammessi solamente dopo presentazione di certificato medico volto a evidenziare la conformità alla mansione;
- Qualora un responsabile verifichi uno stato di salute non accettabile potrà intervenire direttamente, soprattutto là dove l’organizzazione produca alimenti che possono essere a rischio, come i ready to eat;
- Comunicare al responsabile in caso si faccia uso di medicinali per definirne lo stoccaggio con gli effetti personali;
- Gli operatori dovranno sempre avere, a meno che non si utilizzi vestiario mono uso, un cambio di abbigliamento in azienda;
- L’organizzazione deve definire, comunicarle e validarle, con le quali l’abbigliamento debba essere cambiato ed igienizzato;
- L’organizzazione deve rispettare i propri programmi di sanificazione e disinfestazione aziendale;
- Definire delle modalità di carico e scarico, filtro sicuro per ispezionare i prodotti.
Le organizzazioni dovranno anche a prevenzione di possibili trasmissioni di covid 19, attuare delle verifiche sui propri fornitori. Per verificare il rispetto dei requisiti per la sicurezza alimentare che possono essere stati danneggiati dal contagio mondiale.
Questo non solo per pericoli di trasmissione, ma per verificare che, in uno stato di emergenze, non possano essere sopraggiunti altri pericoli di natura alimentare o per la food defense e la food fraud.