Consulenza CAM

CAM, acronimo di Criteri Ambientali Minimi, identifica i requisiti minimi in ambito ambientale ed ecologico che devono possedere i fornitori di prodotti e servizi della pubblica amministrazione.

CAM Criteri Minimi Ambientali

Tutto ciò parte da un impegno a livello comunitario con il GPP, o Green Public Procurement, che definisce un approccio secondo il quale, la pubblica amministrazione, deve impegnarsi ad integrare un pensiero basato sull’abbattimento degli impatti ambientali, e dei consumi, in tutte le fasi di acquisto di beni e servizi, necessari allo svolgimento delle proprie attività.

Questo impegno ha guidato gli stati membri, verso l’inserimento di questi principi ambientali, nei requisiti richiesti per la partecipazione alle gare di appalto. Nonché alla nascita dei PAN, o piani d’azione nazionali per il GPP.

I CAM, vengono definiti dal Ministero dell’ambiente e della Transizione Ecologica, ad oggi sono presente 18 categorie. Ed allo studio ne sono una gran quantità. Non si tratta di una certificazione ambientale volontaria. Anche se molte norme e standard vengono citate in essi.

Ma di requisiti che devono avere i fornitori della pubblica amministrazione volti all’abbattimento degli impatti ambientali, oggi giorno a favore della transizione ecologica, per contrastare il cambio climatico, tenenti conto dalla progettazione all’impatto lungo tutto il ciclo di vita del prodotto e servizio.

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CAM: quali sono i criteri minimi ambientali?

L’applicazione dei CAM è stata resa obbligatoria, da parte di tutte le stazioni impattanti, dal D.Lgs. 50/216 “Codice degli appalti”, rivisto dal D.Lgs 56/17. L’inserimento di tali requisiti, quindi, è un obbligo della amministrazione pubblica, durante la progettazione di un acquisto di bene o servizio, nei casi in cui tali criteri siano stati definiti dal Ministero dell’Ambiente e della Transizione Ecologica.

I Criteri Minimi Ambientali, ad oggi in vigore, comprendono le seguenti 18 categorie:

  • Arredi per interni;
  • Arredo urbano;
  • Ausili per l’incontinenza;
  • Calzature da lavoro e accessori in pelle;
  • Carta;
  • Cartucce per stampanti;
  • Apparecchiature informatiche da ufficio;
  • Edilizia;
  • Illuminazione pubblica (fornitura e progettazione);
  • Illuminazione pubblica (servizio);
  • Illuminazione, riscaldamento e raffrescamento per edifici;
  • Pulizia per edifici;
  • Rifiuti urbani;
  • Ristorazione collettiva;
  • Sanificazione strutture sanitarie;
  • Tessili;
  • Veicoli;
  • Verde pubblico.

In via di definizione ed adozione sono invece le seguenti categorie:

  • Prodotti tessili;
  • Fornitura di arredi per interni nuovi, servizio di noleggio di arredi per interni, servizio di riparazione per arredi in uso, servizio di gestione a fine vita per gli arredi usati;
  • Servizi di progettazione e lavori per interventi edilizi;
  • Servizi di vendita bevande e alimenti (bar interni e distributori automatici);
  • Servizi di progettazione e lavori per la nuova costruzione e manutenzione di strade;
  • Servizio gestione rifiuti urbani;
  • Fornitura veicoli adibiti a trasporto su strada;
  • Servizio trasporto pubblico;
  • Arredo urbano;
  • Eventi culturali;
  • PC e server;
  • Servizi energetici per gli edifici.

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Criteri minimi ambientali: come avviene la valutazione?

La valutazione sarà effettuata dalla stazione appaltante, che dovrà verificare il rispetto del capitolato di progetto durante l’esecuzione, in merito ai requisiti minimi ambientali:

  • Selezione dei candidati. Requisiti di qualifica soggettiva atti a comprovare le capacità tecniche, ed attenzione all’ambiente, del candidato ad eseguire quanto in capitolato d’appalto con il minimo danno ed impatto ambientale possibile;
  • Specifiche tecniche. Dal Codice degli appalti: “definiscono le caratteristiche previste per lavori, servizi o forniture. Tali caratteristiche possono inoltre riferirsi allo specifico processo o metodo di produzione o prestazione dei lavori, delle forniture o dei servizi richiesti, o a uno specifico processo per un’altra fase del loro ciclo di vita anche se questi fattori non sono parte del loro contenuto sostanziale, purché siano collegati all’oggetto dell’appalto e proporzionati al suo valore e ai suoi obiettivi”;
  • Criteri di base. Sono quei requisiti per la valutazione dei fornitori di beni e servizi, secondo definizione di categoria nel rispetto del rapporto qualità, prezzo, prestazione ambientale;
  • Criteri premianti. Quei requisiti come sopra ma che dimostrano prestazioni migliori di quelle garantire sopra. In questo ambito spesso si collocano le certificazioni ambientali di prodotto;
  • Analisi del Ciclo di Vita (LCA). La valutazione sul prodotto e servizio che dovrà tenere conto dell’impatto degli stessi, dalla fase di progettazione, utilizzo, fino allo smaltimento, considerando tutti gli aspetti a supporto, per esempio la manutenzione, pulizia, ecc.

Criteri minimi ambientali VS Certificazioni Ambientali

L’intento è molto chiaro. La definizione dei criteri minimi ambientali riguardano quei settori di forniture ed affidamenti individuate nel PAN GPP  come prioritarie, sulla base di studi settoriali, volumi di spesa pubblica, ed impatti ambientali.

In questo modo per poter dar modo di attuare le migliori scelte tenendo conto della sostenibilità, dell’impatto della vita del prodotto o servizio, e della disponibilità di mercato. Come definito nel “Piano per la sostenibilità ambientale e i consumi nel settore di pubblica amministrazione”.

Ci viene una domanda. E le certificazioni ambientali hanno senso, visto che vi sono dei criteri minimi ambientali definiti? Sono sufficienti per portare avanti le politiche di economia circolare a favore dell’ecosistema, alle quali non può sottrarsi la pubblica amministrazione?

Le certificazioni ambientali più comuni possono essere relative all’organizzazione, come per esempio il sistema di gestione ambientale, ISO 14001, energia, ISO 50001, ecogestione, EMAS.

O di prodotto/servizio, come la certificazione Ecolabel, ed i vari standard sull’impronta ambientale. Carbon Foot Print, Water Foot Print, oppure l’etichettatura ambientale.

Diciamo che queste norme e standard, si intrecciano molto con i requisiti richiesti dai CAM. Infatti in più di una categoria vengono citati come requisito di base o premiante. Ed oggi giorno sono un primo punto di passaggio per la gestione dei requisiti ambientali e non solo.

Consigliamo, alle organizzazioni che operano nel settore della fornitura della pubblica amministrazione, anche la certificazione ISO 9001, qualità, ed ISO 45001, salute e sicurezza sul lavoro, premianti con punteggi maggiorati di valutazione.  

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  • Effettuare una valutazione iniziale;
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